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Cioffi: "Thauvin mi disse che non giocava per soldi, ho avuto la fortuna che Okoye facesse bene"

di Giorgia De Marchi

L'ex allenatore dell'Udinese Gabriele Cioffi, è stato intervistato da Il Terzo Uomo, rilasciando delle dichiarazioni in merito alla sua idea di calcio nelle varie fasi. Partendo da quella che, da ex difensore, meglio conosce, quella del reparto arretrato: “Nella fase difensiva, determinare una linea di aggressione che, in base alle caratteristiche dei giocatori, e della squadra, può essere medio, medio alta. Nella fase di possesso, la ricerca dello spazio il più velocemente possibile, che non vuol dire dare pallonate stile Championship anni ’80, ma sfruttare lo spazio fra le linee o in profondità, in base ai giocatori che hai e a cosa sanno fare insieme“.

Importante per un allenatore anche conoscere i giocatori, instaurando un buon rapporto. A tal proposito spiega: “Cerco di conoscerli tanto, per il possibile indagare anche sul loro background familiare, capirli come ragazzi, capire cosa hanno dentro, capire i loro sogni perché credo che uno dei compiti dell’allenatore sia far esprimere al meglio i giocatori e per farlo devi conoscerli come persona. Recentemente un giocatore che ho allenato è stato trasferito in un club più importante mi ha ringraziato, ma io gli ho detto che era già tutto dentro di lui“. “Imparare ad allenare la diversità, non solo culturale, ma di approccio del calcio, torna utile. E’ una cosa che mi ha arricchito“.

Cioffi riconosce nel neo capitano Thauvin, un uomo chiave per la squadra bianconera: "Mi disse io non gioco con i soldi, ma per la passione, per dimostrare che sono il migliore. Io lo vedevo un po’ arrugginito all’inizio, lui ha dimostrato umiltà, quella che hanno pochi campioni, lavorando sodo, aspettando il suo momento, segnando quando veniva chiamato in causa. Ragazzo rispettoso, ho un ottimo rapporto con lui, sono felice di aver trovato una persona come lui nel percorso della mia vita. Assieme abbiamo trascorso momenti difficili, ma anche belli, perché anche grazie ai suoi gol abbiamo raggiunto vittorie storiche. E’ un giocatore top. L’ultimo assist che ha fatto a Lucca, quello è calcio: in mezzo a tre uomini dà la palla d’esterno.. è calcio".

Un'altra scelta difficile, data la stima che l'allenatore ha per Silvestri è stata quella di dare fiducia a Maduka Okoye: “E’ stata una scelta difficile perché ho grande stima di Silvestri, lo reputo un ottimo portiere, un portiere che dà sicurezza, che fa reparto. Un valore aggiunto. Veniva da delle prestazioni non al suo livello, per me è stata una scelta d’istinto. Poi ho avuto la fortuna che Okoye facesse bene, si tenesse stretto il ruolo da titolare“.

Rispetto al tema dell'uso di dati e statistiche per analizzare il calcio è, secondo l'allenatore, un valore aggiunto: “E’ un valore aggiunto. Comunque l’occhio e le sensazioni dell’allenatore devono prevalere. L’istinto dell’allenatore credo sia ineguagliabile“.

Gli è stato infine chiesto che cosa pensasse di Lorenzo Lucca e su quali aspetti il calciatore debba lavorare per poter migliorare sempre di più: “Sa che può giocare meglio e far giocare meglio la squadra, se ne sta rendendo conto. Lo sta facendo. Ma la convinzione, la consapevolezza di poter essere determinante nello sviluppo e nella fluidità del gioco è la cosa che gli può far fare il salto come potenziale a tutto“.


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