Cattaneo e gli anni in bianconero: "L'Udinese è la squadra a cui sono rimasto più legato. Quanti campioni, Zico, Surjak, Causio..."
Fonte: BH tv
Cesare Cattaneo, una delle colonne portanti della difesa bianconera dall'1981 al 1985, ha ripercorso i suoi anni a Udine: "In bianconero tanti bei ricordi. La mia Udinese era fatta da grandi giocatori, Suriak prima poi Zico, ma anche Causio, Miano, Pulici, Edinho, Virdis. Ho trovato un gruppo di persone per bene oltre che di calciatori di grande qualità. L'Udinese in quegli passò dall'essere una squadra di provincia a diventare una squadra di alta classifica, zeppa di giocatori di alto livello.
Il privilegio di aver giocato anche con un campionissimo come Zico: "Era una persona straordinaria sia dentro che fuori dal campo. Umile, disponibile, sempre al servizio del gruppo. Me lo ricordo così. In partitella, però, gli dicevo di non avvicianarsi più tanto, altrimenti davo un paio di legnate anche a lui".
Prima dell'arrivo del brasiliano non si può dimentica Surjak: "Era una grandissimo giocatore, tipo Zico. Aveva doti tecniche spaventose. Quando partiva non riuscivi a fermarlo. Con lui ci si divertiva, c'era una bella amicizia. Mi ricordo quando si tornava dalle trasferte quando si vinceva che andavamo a festeggiare assieme".
Il rapporto con mister Ferrari, tecnico capace di sfruttare al massimo le sue caratteristiche: "Mi diceva di leggere in anticipo come giocavano gli avversari. Non mi sono mai reputato bravo tecnicamente, avevo però una qualità, leggevo molto bene le giocate. Ero un giocatore potente, mi facevo sentire sugli attaccanti".
Tutto è cominciato, però, un po' a sorpresa nel Milan di un certo Nereo Rocco: "Ero con la primavera ad un torneo a St. Tropez. Il venerdì vengo chiamato perché si erano fatti male un paio di giocatori. Prendo il treno e così mi dirigo a Torino dove la prima squadra era in ritiro prima della partita. La mattina dopo entro in campo, arriva Rocco e mi dice se sono pronto per giocare. Non me lo sarei aspettato, io, un ragazzo giovane, che debuttava in quella squadra. Una grande gioia".
Poi un lungo girovagare, con Verona e Avellino, e l'arrivo a Udine: "Venivo da buoni campionati, poi l'infortunio. Ho deciso di ripartire così da Avellino, lì feci una campionato importante che culminò con la promozione in Serie A. Dopo arrivò la chiamata dell'Udinese, per me era uno stimolo nuovo. Dopo i primi mesi di adattamento in Friuli mi sono trovato benissimo a Udine. Diciamo che Avellino e Udinese sono le mie due squadre, quelle che mi sono rimaste maggiormente nel cuore".
Un rapporto speciale quello che lo lega al Friuli: "Ho sempre ricevuto grande affetto da parte dei tifosi dell'Udinese. Si è creato un rapporto straordinario con tutto l'ambiente. Mi fa piacere sapere che ho lasciato un buon ricordo. Mi ero affezionato moltissimo alla città. Abitavo a Feletto e quando sono andato vi è dispiaciuto molto. Ho ancora amici lì, i rapporti d'amicizia si sono mantenuti".
Oggi l'Udinese, invece, è tutta un'altra squadra, evoluta rispetto al passato, diversa sotto tanti punti di vista: "L'Udinese oggi sicuramente è diversa dalla mia, è subentrata un'altra proprietà, è cambiato il modo di fare calcio ovviamente. Sono stati bravi i Pozzo ad essere stati i primi ad introdurre il modello della ricerca di giovani all'estero, Forse oggi però siamo di fronte a troppi stranieri, sarebbe bello che si tornasse ad investire anche sui ragazzi italiani".