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Basta: "La mia Udinese ha fatto la storia. Di Natale il compagno più forte"

di Stefano Pontoni

Dusan Basta, esterno bianconero protagonista con l'Udinese di Guidolin dei traguardi europei, ha ripercorso il suo passato in bianconero ai microfoni del Messaggero Veneto: "Avevo un'offerta economicamente molto più importante da un club russo, ma io volevo giocare in Italia e accettai l'offerta dei Pozzo. Mister Marino e la società scelsero Sanchez e Ighalo come extracomunitari e io andai a Lecce, allenatore Beretta. Giocai solo sette partite, ma avrei meritato molto più spazio per come lavoravo durante la settimana. Però imparai l'italiano, cosa che a Udine era più complicata avendo in squadra Handanovic e Lukovic che parlavano la mia lingua. Nel 2009 la società e Marino volevano mandarmi ancora in prestito. Io mi oppongo e decido di restare. I primi due giorni di ritiro nemmeno mi cambio. Poi entro a far parte del gruppo. Con il Milan si fa male Isla entro al suo posto, vinciamo e da quel momento gioco 16 partite consecutive.

Il ricordo più brutto? L'eliminazione dal preliminare di Champions League con lo Sporting Braga. Non fu solo mister Guidolin a vivere giorni tristissimi, ma tutto il gruppo.

Il calciatore più forte con il quale ho giocato? Di Natale. Talento allo stato puro. In allenamento faceva cose pazzesche, alle volte ci fermavamo ad applaudire le giocate di Totò per due minuti. Ci aggiungerei anche Klose, un professionista esemplare dedito al lavoro.

Qual era il segreto di quell'Udinese? C'era una buona qualità di giocatori e si era formato anche un grande gruppo. Una volta a settimana andavamo tutti assieme a cena, c'erano Belardi e Corradi che ci facevano da guida e che ebbero un compito molto importante in quella squadra. Quel gruppo ha fatto la storia e io ne sono molto orgoglioso. Quarto posto il primo anno, terzi il secondo, quinti il terzo con otto vittorie consecutive. Ovviamente c'è anche il merito dell'allenatore.

L'Udinese di oggi? A Udine non ti chiederanno mai in partenza un posto in Europa, magari stare più vicino alle prime sei-sette sì. Io spero di rivedere l'Udinese più in alto. In Friuli ho ancora casa, sono affezionato alla gente e ci torno sempre molto volentieri".


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