Perisan: "Handanovic il mio modello. Bochniewicz e Coppolaro le sorprese"
Non solo Scuffet e Meret. L'Udinese continua a sfornare portieri di grande talento; l'ultimo in ordine di tempo è Samuele Perisan, estremo difensore classe '97 che dopo l'approdo in prima squadra dei due giocatori sopracitati, sta sorprendo tutti nel campionato primavera. Perisan si è raccontato in un'intervista esclusiva per MondoPrimavera.it.
Ciao Samuele! Parlaci un po’ della tua infanzia, quando hai iniziato a giocare a calcio?
“Ho iniziato a giocare all’età di 8 anni nella squadra del mio paese, a Pordenone, poi nel 2008 mi ha preso l’Udinese. Questo è il mio settimo anno con la maglia bianconera.”
So che hai un rapporto molto speciale con Alex Meret! Da quanto tempo lo conosci?
“Sì, lo conosco dal 2008 , da quando sono arrivato all’Udinese, ci siamo sempre allenati assieme fino ad ora , è come un fratello per me ormai.”
Nel vostro vivaio si sono sempre distinti i portieri, e specialmente ora l’Udinese può contare su gente come te, Meret, Scuffet, insomma ragazzi giovani e molto talentuosi! Secondo te qual è il segreto per far diventare dei ragazzi molto giovani dei portieri di alta caratura?
“Il segreto dell’Udinese seconde me è la competenza dei preparatori dei portieri (Missio per i più piccolini, Del Piccolo più avanti, e infine Marcon). Sfrutto anche l’occasione di ringraziarli perché mi hanno insegnato molto in questi anni e credo siano stati molto importanti anche per i miei colleghi Meret e Scuffet . Un aspetto molto importante nel loro lavoro è la caparbietà con cui cercano di insegnarti determinate cose: sono dei martelli, finché non ti fanno entrare in testa una cosa non smettono di insistere.”
Come procede la stagione? E qual è il vostro obiettivo?
“Era cominciata bene, adesso ci siamo bloccati un po’, peccato perché abbiamo dei giocatori individualmente molto forti, ma dobbiamo crescere come squadra. L’obiettivo è cercare di eguagliare il traguardo dello scorso anno e se le cose vanno bene, provare a proseguire: secondo me possiamo farcela, abbiamo le doti per raggiungere le Final Eight e poter dire la nostra.”
Cosa pensi che sia mancato all’Udinese nella gara contro il Sassuolo?
“Secondo me a volte non riusciamo a dare il massimo sempre per il fatto che dobbiamo ancora crescere come gruppo, poi in occasione della partita con gli emiliani c’era un po’ di stanchezza perché avevamo giocato mercoledì, oltretutto il Sassuolo ci ha fatto vedere che loro sono una squadra di valore ed è giusto sottolinearne i meriti.”
Quali squadre pensi che possano arrivare ai primi cinque posti del vostro girone?
“Inter e Milan sicuramente, sono squadre molto complete e competitive, peraltro alla prossima giornata affronteremo proprio i rossoneri e sono convinto che sarà una partita molto tosta; per il resto secondo me sarà un campionato molto equilibrato, ci potranno essere delle grosse sorprese.”
Finora dei nuovi arrivati di quest’anno chi ti ha stupito di più?
“Sicuramente Bochniewicz, è un difensore che ti trasmette una sicurezza impressionate, è bravo tecnicamente, abile di testa, molto preparato tatticamente: insomma, un giocatore completo, ma del resto lui lo scorso anno giocava in Serie B nella Reggina insieme a Mauro Coppolaro, un altro ottimo giocatore.”
Chi invece ti ha impressionato tra gli avversari contro cui hai giocato?
“Quello che più mi ha impressionato tra gli avversari è sicuramente George Puscas, l’attaccante dell’Inter: oltre ad avere un grandissimo fiuto del gol, ha delle caratteristiche fisiche e tecniche invidiabili per un ragazzo della sua età, secondo me andrà molto avanti perché ha tutte le carte in regola per fare la differenza tra i professionisti.”
A quale giocatore ti ispiri maggiormente?
“In questi anni qui ad Udine ho avuto la fortuna di poter ammirare un fuoriclasse come Samir Handanovic, l’ho visto spesso in allenamento oltre che allo stadio e posso dire con certezza che è un vero fenomeno. Per quanto riguarda gli altri portieri, apprezzo molto la “pazzia” di De Gea, è un ragazzo molto giovane che ha ottimi riflessi e sa giocare bene anche con i piedi, spesso para più con le scarpe che con i guanti.”
Di recente un’”istituzione” come Buffon ha raggiunto le 500 presenze con la stessa maglia, tutto questo dimostrandosi sin dalle sue prime esperienze un giocatore di caratura mondiale. Secondo te quali sono gli ingredienti per diventare una bandiera? E cosa ci vuole per poter essere un grande portiere?
“Per diventare una bandiera secondo me non devi mai deludere la tua società, i tuoi compagni e tutto l’ambiente, devi avere un comportamento da numero uno dentro e fuori dal campo! Per essere un grande portiere sicuramente devi trasmettere grande solidità alla tua squadra, riuscire a fare la differenza anche quando subisci uno o due tiri nello specchio della porta, essere sempre vigile in sostanza. Si deve saper essere anche uomini-spogliatoio: bisogna sapersi confrontare con i propri compagni quando ci sono dei dubbi e infondere sicurezza in chi ne ha bisogno.”