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Una settimana da incubo: ora si decide il futuro bianconero

di Federico Mariani

Una settimana da incubo. Tre sconfitte in tre incontri. Quattro reti segnate e ben otto incassate. Questi sono i numeri eloquenti degli ultimi sei giorni dell’Udinese. Cifre che raccontano il momento di una squadra in grave crisi. Certamente non si poteva pensare di risollevare una situazione già complessa battendo Milan, Torino e Roma, formazioni di caratura superiori rispetto alla squadra bianconera. Tuttavia, i segnali che ci si aspettava di ricevere dal campo non sono stati quelli auspicati. Anzi, guardando bene le tre partite consecutive prese in analisi, le problematiche si sono drasticamente acuite. Se contro i rossoneri la banda Delneri aveva comunque dato l’impressione di essere sulla strada giusta, il tonfo casalingo contro i granata e la disfatta dell’Olimpico hanno mostrato tutte le falle dei friulani.

Il primo punto su cui urge lavorare è la fase difensiva. Troppo semplice per gli avversari penetrare nella difesa bianconera. Il centrocampo non è impeccabile, lasciando spesso i compagni del pacchetto arretrato in balia delle sfuriate altrui. Gli spazi che si creano allargano le incertezze dei ragazzi di Delneri e probabilmente qualche falla tattica si intravvede. Preoccupano maggiormente le prestazioni degli interpreti. Scuffet alterna prestazioni positive ad errori grossolani e non trova quella giusta continuità per fare il salto di qualità. Non lo sostengono certamente i compagni di reparto. Danilo perde frequentemente le misure con gli altri bianconeri e, con i suoi movimenti, non permette alla linea di disporsi in maniera efficace. Nuytinck è forse la nota migliore per via della sua forza fisica e del suo tempismo sui palloni alti. Tuttavia, anche l’olandese deve lavorare per perfezionare il suo posizionamento non sempre impeccabile. Da rivedere anche Angella, condizionato da problemi fisici, ma finora poco inserito nei meccanismi di Delneri. In calo rispetto alla scorsa stagione Samir, poco sostenuto nel suo pieno recupero da un Pezzella ancora acerbo. Larsen sta imparando bene e sbaglia sempre meno. Pecca ancora in costanza di rendimento, ma si farà presto.

Permane tristemente il problema offensivo. Il tecnico friulano ha tentato di sparigliare le carte, con la speranza di trovare una soluzione al mal di gol. Niente da fare. Maxi Lopez spesso e volentieri rimane troppo isolato dai compagni. Non riescono sempre ad assisterlo Lasagna e De Paul, impegnati più ad aiutare i compagni che ad aggredire la profondità. Inoltre, le reti non sono arrivate grazie alla punta, ma da esterni, centrocampisti o addirittura difensori. Aggiungiamoci le modalità di queste marcature: a San Siro ci ha pensato un disimpegno di Romagnoli a mandare in rete Lasagna, mentre contro il Torino un rigore ed una deviazione hanno aiutato i friulani. All’Olimpico il primo gol di Larsen ha semplicemente reso meno amaro il passivo. Poco, troppo poco per impensierire gli avversari.

C’è anche da lavorare sull’aspetto psicologico per recuperare il prima possibile la truppa, il cui morale è finito sotto i tacchetti, come dimostrato dalla sfida contro la Roma. I bianconeri stanno accusando il momento sfavorevole e bisogna limitare i danni, chiudere in piedi questo round drammatico per i friulani. Se si pensa di gettare la spugna, la stagione rischia di assumere contorni disastrosi e lo spettro della retrocessione inizierebbe a palesarsi pericolosamente. Serve un reset deciso. La società deve valutare con attenzione le prossime mosse e stare vicino alla squadra in questo periodo così travagliato. O la barca affonda o riprende a navigare con più convinzione. Non ci saranno vie di mezzo.


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