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Una poltrona per due

di Redazione TuttoUdinese

Una poltrona per due. Questo è il titolo di un celeberrimo film solitamente proiettato nel periodo natalizio. Tuttavia, potrebbe anche risultare adatto per la situazione che potrebbero vivere presto due giovani portieri bianconeri: Simone Scuffet ed Alex Meret.

Il primo ha debuttato nel 2014 con Guidolin in panchina in un match contro il Bologna. Subito, grazie ad i suoi interventi, impressionò gli addetti ai lavori ed iniziarono a fioccare i paragoni con i migliori portieri, specialmente con un mostro sacro come Gianluigi Buffon. Una svolta importante per la sua carriera si verificò nell’estate di quell’anno. L’Atletico Madrid vice campione d’Europa venne a bussare alla porta dell’Udinese per chiedere informazioni su quel portiere talentuoso. Probabilmente, Simeone aveva visto in lui il possibile erede di Thibaut Courtois, passato al Chelsea. La trattativa fu portata avanti, ma alla fine non se ne fece nulla. La famiglia preferì far terminare gli studi al ragazzo. Scelta sensata, anche per non bruciarlo in un contesto tanto lusinghiero quanto complesso. Tuttavia, l’arrivo di Karnezis bloccò di fatto la crescita del ragazzo ad Udine. Nel 2014/15, Simone ha giocato solamente in Coppa Italia e nel finale di campionato. Nella stagione successiva il trasferimento in prestito al Como.

Contemporaneamente Meret muoveva i suoi primi passi, studiando ed apprendendo dai migliori. È diventato presto uno dei punti di riferimento della Primavera di Mattiussi. Ha lavorato sodo dimostrando di avere il talento giusto per esplodere nella massima categoria. Anche nel momento del suo esordio non ha sfigurato. Le qualità ci sono, serve solo tempo ed esperienza per metterle a frutto. L’esperienza alla Spal rientra in quest’ottica.

Ovviamente iniziano già gli interrogativi: chi è migliore tra i due? Ognuno è libero di pensarla a modo suo. Sicuramente si tratta di due portieri con caratteristiche diverse. Scuffet è dotato di un miglior senso della posizione. Solitamente sa sempre dove piazzarsi e va a terra solamente all’ultimo. È un aspetto vantaggioso perché costringe l’attaccante avversario a trovare angoli e soluzioni assai complessi. Difficile sorprenderlo, quando è concentrato ed attento. Di contro, l’intervento non sempre risulta pulito ed impeccabile, stilisticamente parlando. Meret, invece, è più esplosivo, si affida maggiormente al colpo di reni. Si esalta sulle conclusioni angolate, ma sa essere assai efficace anche nell’uno contro uno, coprendo lo specchio della porta e correggendo istantaneamente eventuali difetti di posizione. Affidabile ed efficace, sa leggere bene gli sviluppi dell’azione.

Difficile dunque stabilire chi sia il migliore. Sicuramente, il futuro è nelle loro mani. Classe 1996 per Simone, 1997 per Alex: il tempo per sfondare non gli manca. A patto di non bruciarsi tra complimenti e paragoni. La strada verso i miti rimane sempre lunga e tortuosa. Nel frattempo, le occasioni importanti sembrano aver iniziato a bussare alla porta di entrambi in questi ultimi giorni. Scuffet ha approfittato dell’infortunio occorso a Karnezis per giocare titolare candidandosi come il titolare di un futuro molto immediato. Per Meret si sono aperte addirittura le porte della Nazionale maggiore, pur giocando con la Spal nella categoria cadetta. Un evento più unico che raro in questi tempi. Due segnali chiari. Le porte da calcio dei prossimi anni sono in ottime mani.

 


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