Udinese, Up&Down della settimana: bianconeri, che brutto atteggiamento
Siamo arrivati alla seconda sosta per le Nazionali di questa stagione e l'Udinese non ha ancora trovato la prima vittoria in campionato. La trasferta di Empoli è stato uno spettacolo brutto, avvilente, che preoccupa in casa bianconera la dirigenza. Gino Pozzo è sceso in Friuli per capire come stanno le cose ed è arrivato il momento di cambiare marcia. Questi sono gli Up&Down della settimana:
UP
Pozzo - Una ventata d'aria inglese fresca. L'ultimo tentativo per cambiare le sorti di questa stagione senza dover intervenire sull'allenatore e sul mercato. Mancava la risposta della società e ora è arrivata. Gino a Udine può raddrizzare i binari di un treno che al momento vaga senza meta. Si va avanti con Sottil fino a novembre, poi si vedrà.
Bijol e Samardzic - Le uniche certezze di questa Udinese. 45 anni in due, ma quando manca l'esperienza c'è la sfacciataggine della gioventù. Almeno fino a gennaio saranno in rosa ed è su di loro la responsabilità di far uscire i bianconeri dalla crisi.
Silvestri - Il cambio di capigliatura e la spensieratezza fanciullesca perduta hanno fatto ritornare Marco in sé. Risponde presente quando chiamato in causa contro l'Empoli. Trasmettere sicurezza dai pali sarà fondamentale per invertire il trend.
DOWN
Atteggiamento - Una partita da azzannare, da vincere, che si è trasformata in una partita che si aveva paura di perdere. Ansia? No, mentalità e personalità. L'Empoli ha fatto il minimo necessario e per poco non portava a casa i tre punti. Lecce, Monza, Milan e Atalanta: per fare punti contro queste non serve il gioco, in primis serve la testa giusta.
Success - Troppo poco. Uno con la sua fisicità e la sua capacità di giocare di sponda dovrebbe fare la differenza in Serie A. Soprattutto se entri nell'ultima parte di gara con gli avversari stanchi. Invece il nigeriano sembra un Primavera buttato in mezzo alla mischia con la speranza che tiri fuori il coniglio dal cilindro. Poco, troppo poco.
Perez - La garra sudamericana... dov'è? Tralasciando le amnesie difensive, per essere leader serve essere carismatici. Saper mantenere alta l'attenzione dei compagni e dare l'esempio quando serve. All'argentino manca ancora tutto questo.