Udinese, senza morale non si vince. Oltre alla tecnica, manca carattere
Ancora un pareggio, fortunoso, con una neopromossa. Quattro punti, zero vittorie e una squadra che continua a dare pochi segnali di vita. Vero è che, all’infuori di una tecnica che in pochi padroneggiano, sono il carattere e la grinta le principali mancanze della compagine bianconera. Un nome su tutti quello di Walace, promosso capitano fino al ritorno di Pereyra ma lento e svogliato sul rettangolo di gioco, fino a convincere Sottil a metterlo in discussione sostituendolo nelle ultime due gare, proprio lui che era un punto fermo del centrocampo bianconero.
Ma anche Lovric, uno dei suoi sostituti, non nasconde difficoltà soprattutto a legare con l’attacco: e dire che, in un’estate in cui erano previste le importanti partenze del già citato Pereyra e di Samardzic, sarebbe forse stato lui a dover apportare qualità in più in mediana. E poi Success, che lo scorso anno era la grinta fatta persona, dopo aver perso Beto non ha più il compagno di reparto giusto per dialogare e fa fatica a trovare l’intesa con Lucca. Abbiamo infine già parlato di Silvestri e della sua inaspettata involuzione.
Qualcuno che prova a impegnarsi c’è, ma sono pochi: Ebosele, che ha dato segnali di miglioramento con la Fiorentina ma ancora troppo irruento come nell’episodio del rigore a Napoli; Thauvin, che ripresa confidenza col pallone, prova a dire la sua portando quella qualità che ancora si vede poco. E poi sorprendentemente Samardzic: il serbo, si poteva dire, avrà la testa altrove visti gli episodi di quest’estate e invece pare proprio lui a essersi caricato sulle spalle la squadra.