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Udinese, è giunta l'ora di vedere in campo Simone Pafundi?

di Alessandro Vescini

Le parole del responsabile dello scouting bianconero Andrea Carnevale non sono passate inosservate. "In questo momento sono convinto che Simone Pafundi, dopo sette mesi in prima squadra in cui ha fatto molto bene, nella seconda parte della stagione sarà buttato dentro e non uscirà più", così si è espresso in merito al giovane talento bianconero classe 2006.

Il minutaggio in questa prima parte di stagione di Pafundi, infatti, non lascia presagire a un possibile cambio di gestione. 5 minuti contro il Torino e 4 contro il Sassuolo: 9 minuti, quindi, che non lasciano pensare a un maggiore impiego nell'ultima parte di campionato. Ma gli attestati di stima nei confronti del ragazzo non sono mai mancati. A partire dal CT della Nazionale Roberto Mancini che ha dichiarato: "Prima convoco Pafundi, poi penso agli altri. Ha delle qualità incredibili. È un ragazzo che ha compiuto adesso appena 17 anni e la speranza è che possa giocare in Serie A e poi essere un calciatore della Nazionale per i prossimi vent’anni. Crediamo molto in lui". Fiducia nel suo talento condivisa anche dall'allenatore dell'Udinese Andrea Sottil: "È un patrimonio dell’Udinese e del calcio italiano. Stiamo facendo con lui un processo di crescita rispettando tutti gli step. Ci vuole la pazienza e il tempo giusto".

Tempo giusto, ma come si fa esattamente a capire quando arriva? Molto dipenderà dall'andamento dell'Udinese nel mese di aprile. Bologna, Monza, Roma, Cremonese e Lecce infatti, saranno fondamentali per capire le ambizioni dei bianconeri in questo campionato. Qualora il settimo posto si allontanasse, ecco che il mese di maggio potrebbe diventare un'ottima occasione da sfruttare assolutamente per verificare quanto Pafundi sia pronto a giocare in Serie A.

Perché è inutile che ci giriamo tanto attorno: i giovani bisogna farli giocare per vedere il loro valore. Basti pensare ai vari Pedri e Gavi del Barcellona, titolari in una delle squadri più forti del mondo ad appena 17 anni, o Bellingham, capitano a 19 anni dopo 3 stagioni da titolare al Borussia Dortmund. 


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