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Udinese alla 883, lezione importante per la banda Delneri

di Federico Mariani

È la dura legge del gol. Fai un gran bel gioco, però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono. Loro stanno chiusi, ma alla prima opportunità salgon subito e la buttan dentro a noi”. Questo era il ritornello de “La dura legge del gol” degli 883. Quando questo singolo del 1997 mieteva successi a ripetizione, tanti giocatori dell’Udinese erano nati da poco. Jakub Jankto aveva un anno, mentre Seko Fofana ne avrebbe compiuti presto 2. Ieri, entrambi i ragazzi hanno riscoperto sulla loro pelle il significato delle parole del celeberrimo tormentone.

Contro l’Inter, l’Udinese ha espresso un gioco sicuramente piacevole. Nel primo tempo, ha controllato e gestito a proprio piacimento l’andamento dell’incontro. Tuttavia, la mole di occasioni create ha prodotto solamente il gol di Jakub. Poi, un po’ per sfortuna, un po’ per imprecisione negli ultimi metri, non è arrivato il raddoppio che avrebbe dato la svolta definitiva al match. All’ultimo respiro del primo tempo, ha trovato il pareggio con l’Inter, con la complicità di un Karnezis tutt’altro che irreprensibile. Quella rete, incassata alla prima distrazione, è stato il vero turning point dell’incontro ed ha consegnato una ripresa tutta da scrivere, con l’Udinese amareggiata dal pari incassato in extremis e l’Inter consapevole di essersi salvata e, per questo, decisamente galvanizzata. Alla fine di 45 minuti sottotono, l’ha spuntata Perisic, che con la sua capocciata ha regalato i tre punti all’Inter.

Una beffa per quanto ha mostrato l’Udinese, al quale restano i maledetti “se”: se De Paul non avesse colpito il palo, se Jankto avesse avuto più fortuna… In ogni caso, resta di buono la prestazione. Ha ragione Mister Delneri: la squadra c’è ed è in crescita. Piuttosto, questo “peccato di gioventù” può far bene ai ragazzi, a patto che facciano tesoro delle delusione di ieri e migliorino nella gestione del match. In fondo, è altrettanto vero che sbagliando si impara…
 


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