Udinese, 40 milioni investiti dal 2019 a oggi: l'analisi
In un calcio italiano dominato da proprietà straniere e investimenti a nove zeri, l’Udinese continua a rappresentare un’anomalia virtuosa. Da quasi quarant’anni, la famiglia Pozzo guida il club friulano con una filosofia fondata su sostenibilità economica, valorizzazione dei giovani e una visione a lungo termine.
Dal 2019 a oggi, mentre alcuni club come la Fiorentina di Rocco Commisso hanno speso centinaia di milioni (oltre 470 milioni, tra mercato, infrastrutture e sponsorizzazioni), l’Udinese ha mantenuto un approccio misurato, con circa 40 milioni investiti nel club in questo periodo. Una cifra che, lontano dai riflettori, ha permesso comunque risultati solidi e bilanci in ordine.
Una Serie A a due velocità
Il recente confronto tra le proprietà della Serie A fotografa bene le differenze, come si può notare dall'inchiesta portata avanti da La Gazzetta dello Sport: da un lato il mecenatismo di realtà come il Sassuolo, dove Mapei ha versato 483 milioni dal 2003, oggi proseguito dalla vicepresidente Veronica Squinzi; o la Cremonese del Gruppo Arvedi, che ha immesso 210 milioni dal 2007. Dall’altro, ci sono gestioni oculate come quella di Lotito (36 milioni con la Lazio), De Laurentiis (16 con il Napoli) o Cairo (72 col Torino).
In questo panorama, Gianpaolo Pozzo è un antesignano: entrato nel calcio nel 1986, ha speso 22 milioni iniziali per rilevare l’Udinese e costruirne l’autosufficienza economica molti anni prima rispetto ad altri club. Se dovesse andare in porto la trattativa in corso con il gruppo americano Guggenheim, si tratterebbe di una plusvalenza notevole e di un riconoscimento internazionale per un progetto lungimirante. L'eventuale apertura a nuovi capitali esterni potrebbe rappresentare un’opportunità per alzare l’asticella, senza però tradire la filosofia che ha reso l’Udinese un esempio in Europa.