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Tanti auguri a Totò Di Natale, fuoriclasse e simbolo bianconero

di Federico Mariani

Giornata speciale per i tifosi bianconeri. Oggi compie 40 anni Antonio “Totò” Di Natale, molto più di un semplice attaccante, molto più di un capitano qualsiasi. Il segno che questo calciatore di origini napoletane ha lasciato nella storia dell’Udinese è indelebile. Potrebbero bastare le cifre: sesto miglior marcatore della Serie A con 209 reti, dei quali ben 191 con la maglia del club friulano. Ha vestito la divisa bianconera per ben 385 gare in dodici stagioni, dal 2004 al 2016, altro primato significativo. Ed ha indossato spesso e volentieri la fascia da capitano ed il numero 10 senza accusare minimamente la pressione. Lo ha fatto con semplicità e tranquillità, peculiarità divenute le sue principali virtù sul terreno di gioco insieme alla tecnica sopraffina.

Diciamolo senza paura di essere tacciati eretici calcistici o profani delle divinità del pallone: Totò Di Natale è stato uno dei calciatori più forti della storia del nostro campionato, sicuramente all’interno di un’ideale top ten tra i migliori del Nuovo Millennio. Ognuno lo collocherà dove meglio crederà, ma nessuno potrà negare il suo valore. Per chi tifa Udinese, è bello pensare che Antonio venga ricordato per le sue gesta con la maglia bianconera più che con quella dell’Empoli, sua seconda casa. Non me ne vogliano i sostenitori toscani a cui Totò è particolarmente legato. Tuttavia, il meglio del suo repertorio l’ha espresso ad Udine, tra gol impossibili come quello al Chievo Verona ed assist al limite dell’impossibile. Ciascun supporter avrà la sua gemma, il suo ricordo più brillante del campione napoletano.

Sicuramente nessuno dimenticherà la fedeltà mostrata nei suoi dodici anni all’Udinese. Nemmeno quando è arrivata la chiamata della Juventus, ha ceduto. Certo, ha vacillato e come potrebbe essere altrimenti, quando viene mostrata la possibilità di vincere e strappare uno stipendio ancora più cospicuo? Eppure, alla fine, Totò ha sempre scelto Udine ed il Friuli. Ha scelto la casa, la famiglia, il cuore, anteponendo queste ragioni ai trofei ed ai soldi. Ecco, lasciatemelo dire: in un calcio ed in un mondo sempre più orientati in maniera esasperata verso risultati e fama, la scelta in controtendenza di Antonio è stata un gesto unico e magico. Una decisione bellissima, tanto quanto uno dei suoi capolavori balistici. L’ennesima idea di un campione in campo e fuori.


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