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PUNTO BIANCONERO | Udinese che tiri a campare, tutto il tuo andazzo devi mutare...

di Valentino Deotti
Gino Pozzo e le responsabilità

Non volevo nemmeno approcciarmi a scrivere questo pezzo, ma alla fine abbiamo deciso che ste trenta righe ce le prendiamo. Proprio per sbattere nero su bianco quella che è una sensazione netta legata all’andamento dell’Udinese in questo campionato. Qualcuno, alla fine di un campionato che ha quantomeno dell’indecente, dovrebbe spiegarci con precisione le ragioni di un fatto solo. Vorremmo capire esattamente come mai un' Udinese che si stava approcciando alla conquista della zona Europa League ha smesso di funzionare proprio all’immediata vigilia di quella conquista e come mai il percorso che porta da qui alla fine del campionato ci sembra tanto un arrivare esattamente laddove qualcuno voleva veramente. Ovvero al minimo sindacale. Vorremmo capire chi è in quel gruppo di soggetti che regge i cordoni della borsa ed impartisce gli andamenti a questa Udinese. Gli andamenti, perché a questo punto sono più di uno. Non si è andati in un senso solo lungo tutto il campionato, ma qui c’è un regista occulto che decide quando dare e quando no. Che decide quanto basta per fare quello che si vuole fare, ossia per tirare a campare. Detto ciò, ora non possiamo che esprimere la nostra vergogna da soggetti che vogliono rappresentare il malessere generale, a fronte di una stagione che imbratta di colori scuri la condotta in A dell’Udinese. Squadra che effettivamente ora potrebbe chiudere un ciclo, facendolo davvero in malo modo con una brutale retrocessione in serie B. Noi non siamo di quelli che accampano facili speranze rispetto ai pronostici delle ultime due partite dell’Udinese nella A di quest’anno. Noi piuttosto siamo di quelli che ora ci tengono ad esprimere raccapriccio per un' Udinese che così in basso proprio non ci doveva arrivare. E basta. Siamo nel punto più basso dell’Udinese della gestione Pozzo e si spera che qualcuno, scelto a caso solo per modo di dire, tragga le conseguenze derivate da tutta questa serie di ragioni negative che ci fanno davvero provare sdegno. Solo questo ci interessa. Così come ci interesserà poi che questa realtà sportiva, locale ma non solo, venga ribaltata come un calzino alla ricerca di un' efficienza che non c’è più. Quest’ambiente stantio e con motivazioni trite e ritrite, oltreché sterili, dovrà venire totalmente ricostruito da cima a fondo. Senza passare da percorsi come quelli descritti purtroppo l’Udinese non potrà essere quella dei risultati che contano. Almeno fino a che qualcuno il cui nome forse non corrisponderà a quello dei soliti noti non metterà le mani seriamente sopra al giocattolo. Una zebretta che un tempo procedeva a grandi balzi e che ad oggi non si vede più. Nelle speranza che qualcun’altro dalle motivazioni ben più fresche e nutrite la riporti in bella vista. Ridateci la cara vecchia zebretta bianconera, quella maestosa dai grandi passi. L’unica che non sapeva di ammaestrato, venendo all’ipotesi di gestione campionato formulata nel corso di un articolo che a questo punto era un atto dovuto, usando un accezione di altri ambienti.


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