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Pochi acuti e tanti, troppi, tonfi

di Federico Mariani

Pochi acuti, tanti e troppi tonfi. Va in archivio un anno da incubo per l'Udinese, probabilmente il peggiore dell'ultimo quinquennio. Nell'arco degli ultimi dodici mesi, i friulani hanno vinto solamente 7 partite, un record in negativo. E per il resto non sono arrivate grandi gioie: 11 i pareggi e ben 23 le sconfitte, un altro triste primato. 
Numeri impietosi che fotografano il difficile momento dei bianconeri. Alla sensazione di trovarsi di fronte ad una squadra in crisi identitaria, si somma anche il susseguirsi di allenatori in panchina. Il 2018 è iniziato con Massimo Oddo in panchina ed è finito con Davide Nicola. In mezzo la fallimentare parentesi di Igor Tudor e la sorpresa Julio Velazquez,  presto naufragata tra dubbi e filosofie non completamente assimilate. Di conseguenza, la squadra non ha mai trovato un proprio volto, un ideale di gioco a cui poggiarsi per poter crescere.
Le gioie dell'anno sono state poche. Va ricordata l'impresa in 10 a Marassi contro il Genoa, con rete dell'imprescindibile Valon Behrami. Sembrava il preludio al sogno europeo, si è rivelato un caso isolato, prima del tracollo avviato dal k.o. interno contro la Roma. Da ricordare gli ultimi sofferti 90 minuti della stagione 2017/ 18 con la salvezza arrivata conquistando i 3 punti ai danni del Bologna. Ultima grande gioia, il successo contro la Roma di Di Francesco, un nuovo inizio con Nicola, il tecnico scelto per risollevare l'Udinese trascinandola fuori dalle sabbie mobili, magari riportandola verso posizioni migliori di quelle occupate nelle ultime annate. Speranze e sogni che il 2019 dirà se sono destinati a rimanere illusioni o meravigliose realtà.


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