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Orgoglioso di un tifo da scudetto: ai nostri tifosi mi sento di dire soltanto grazie

di Stefano Pontoni

So già che qualcuno mi darà del populista dopo aver letto questo pezzo ma lo scrivo dal cuore, perché quello che ho visto sabato, e non mi vergogno a dirlo, mi ha emozionato. Un brivido, di quelli che ti danno una scossa, di quelli che ti porterai a lungo tra i ricordi. Dovuto a cosa vi starete chiedendo. D'altronde l'Udinese non ha impressionato. Che io sia diventato di colpo juventino? No, non sto parlando del gol, tra l'altro molto bello, di Ronaldo. Sto parlando del tifo della nostra curva, un tifo unico ed ineguagliabile, l'ho sempre detto e lo ripeto ancora oggi.

Curva da scudetto, come sempre. Sempre a cantare, sempre ad incitare la squadra, anche nei momenti più neri. Una vicinanza incredibile, quel vero e proprio 12esimo uomo tanto usato per claim pubblicitari ma che in pochi stati veramente si vede. Un tifo che dà energia, speranza, un tifo che va oltre i risultati, che è amore vero per questi colori. Un tifo corretto ed esemplare, inclusivo, al cui interno puoi trovare anche donne e bambini.

E chi ama l'Udinese non può che andarne orgoglioso. La partita in campo l'abbiamo persa è vero, la Juve è e sarà più forte, ma quella sugli spalti l'abbiamo vinta nettamente. A questi tifosi mi sento di dire grazie. Grazie per tutto quello che fanno per questi colori, grazie per esserci sempre. 

A chi viene da fuori, soprattutto certi colleghi spara sentenze che seguono soltanto la carovana delle big e che dipingono quello friulano come un tifo freddo, ammutolito, giro l'invito di passare una partita non in tribuna stampa ma nel cuore della torcida. Ho avuto la fortuna di farlo e ho imparato che essere tifosi è molto di più di quello che si pensa. Sono valori condivisi, appartenenza, fedeltà, legami. Valori che vanno conosciuti e rispettati.

 


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