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Mandragora: "Nel nostro lavoro la professionalità è fondamentale, alla prima in A De Maio mi aiutò a tranquillizzarmi"

di Davide Marchiol

Dopo le ultime due reti contro Genoa ed Empoli i fari dei media sono tornati su Rolando Mandragora, che in quel di Udine sembrava essere un pesce fuor d'acqua. Ora invece l'ex Crotone è tornato a farsi notare e Gianluca Di Marzio lo ha raggiunto per un'intervista a 360 gradi:

“Le partitelle per le strade del mio quartiere sono il primo ricordo che ho legato al pallone, poi ho iniziato a seguire papà e zio sui campi di calcio e la strada è stata senza ritorno. Conta solo la professionalità nel nostro lavoro. Vestire la maglia del proprio Paese è un onore, un sogno che appartiene a chiunque giochi a calcio. Alla mia prima convocazione in Nazionale maggiore non ci credevo: ero a Crotone e ho letto il mio nome tra i convocati di Mancini tramite social… Mi ricordo anche l'esordio in A, prima di un Genoa-Juve, con la squadra al completo eccetto Sturaro che era infortunato o squalificato, Gasperini mi comunicò che sarei sceso in campo dal primo minuto. Ero sconvolto, e a tranquillizzarmi ci hanno pensato Burdisso, De Maio e Bertolacci. Il segreto di Gasperini è il lavoro continuo e costante, si concentra sull’aspetto atletico ed è per questo che ha fatto bene col Genoa e ha portato l’Atalanta a livelli incredibili”.


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