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L’A.P.U. a Ravenna: concentrazione e modestia

di Franco Canciani

Volare basso: questo sembra imperativo per la GSA alla vigilia dell’impegnativa trasferta al Pala De André, soprattutto dopo la doppietta vittoriosa contro due tra le protagoniste del girone.

Con la consapevolezza di essere diventati, finalmente, una squadra compatta e coesa.

E con queste certezze, inclusa quella che non prevede i miracoli fra le opzioni possibili, la truppa biancanera si prepara alla trasferta di Ravenna. Il roster a meno di recuperi dell’ultimo secondo sarà il medesimo che ha sbancato il PalaDozza, con capitan Vanuzzo e Castelli fuori e i due virgulti Ousmane Diop e Tommy Gatto intesi due risorse giovani ma importanti in alcuni momenti del match, non semplicemente “under” aggregati.

L’OraSì vinse a Udine alla prima di campionato: era una GSA profondamente incompleta, con Traini ed Okoye appena arrivati e Allan Ray solo annunciato. Quella fu una gara in altalena, unica che mi sia perso a Cividale in questo campionato (ero a Tokyo, un pochino distante da via Perusini): inizio sparato di Udine, rimonta romagnola con un Marks sontuoso e +12 di tranquillità; controparziale GSA che la mette alla pari quando parte l’ultimo quarto, ma Sabatini trovò la partita della vita e in quel quarto periodo non ci fu molta storia, nonostante cuore e carattere dei vari Truccolo, Castelli e Cuccarolo.

Oggi, un girone dopo, Ravenna mastica amaro per l’esclusione dalle final-eight di Coppa Italia, ma delle ultime cinque gare se n’è insaccate quattro. All’ultima d’andata, l’équipe di Antimo Martino è stata liquidata a Mantova, dopo una bella e combattuta contesa. Udine quindi troverà i giallorossi belli tonici, alla ricerca di un posto in prima fila nei prossimi playoff.

La Piero Manetti è una squadra di categoria: quadrata, pratica, equilibrata, ben diretta da Martino che fu assistente di Jasmin Repesa a Roma; ma anche di Lino Lardo, di cui Antimo ricordava, durante la presentazione a Ravenna, la solarità, la positività ma soprattutto, da ex-playmaker di livello, la capacità in tempo reale di variare tattiche e strategie durante le gare. Martino arrivò dopo il mitico Lanfranco “Lupo” Giordani, il coach che in due stagioni a Ravenna aveva portato ai giallorossi la prima promozione in A, la vittoria nella coppa Italia di categoria e la partecipazione ai playoff; tutto ciò per poi tornarsene a Cervia ché la pressione lo stava vincendo, ma solo dopo aver impregnato della sua presenza il palazzetto ravennate.

Leggendo le statistiche dei componenti il roster dell’OraSì, salta subito all’occhio come Martino abbia individuato sei giocatori cui affidarsi, con l’aggiunta dell’espertissimo sammarinese Raschi. Sinora la classifica gli dà ragione, almeno fino a quando il ventiseienne virgulto di Austin, Taylor Smith, e la guardia da Boise State, Derrick Marks, continueranno a sostenere la squadra in questa maniera. All’andata Marks fece il bello ed il cattivo tempo, mettendo a referto 23 punti; Smith iniziò quel percorso di rendimento costante che oggi lo posiziona fra le migliori ali forti del girone, con 14.7 punti e 9.3 rimbalzi a gara.

Servirà ancora una gara maiuscola in difesa: Cuccarolo finalmente senza paura assieme al ritrovato Joel; Trickbox Truccolo e Microwave Pinton a smazzare lavatrici da oltre l’arco; Bigboi Stan Okoye a dominare fuori e dentro l’area pitturata; “mi chiamo Miki, risolvo problemi” Ferrari ad annullare i numeri 4 e 5 avversari. Spero Traini si sollevi da un momento di transizione psichica e fisica ridiventando il Sonnyboy che spacca le gare con la propria imprevedibilità, con Nobile in un momento di decisa grazia (al netto di alcune, perdonatissime, nefandezze viste nel finale della gara felsinea). Soprattutto Allan Ray, poi, continui a leggere le gare da vero Pro, forzando se si sente in giornata o smazzando assist qualora capisse che non è cosa. E il solito incitamento ai due “frùs”, Tommy e Ousmane, ad affrontare le gare con la faccia, pulita ma di tolla, che tanto ci piace.

L’esito finale non è così importante: Udine è vicinissima alla riconferma nella categoria, con la prospettiva di di affrontare il campionato prossimo con altro piglio. Ma se si ripetessero le ultime prestazioni con destino finale diverso, non sarebbe per me così deludente. Se invece si dovesse continuare il processo di crescita, dei singoli e del collettivo, che portasse ad un terzo, consecutivo risultato utile, beh allora fossi nei panni di Trieste, Ferrara, Jesi, Piacenza o Verona mi preoccuperei in vista delle posizioni che contano in chiave playoff promozione.

Il solito, caro saluto all’immancabile SettoreD, che sta preparando il pullman al seguito. Sperando che, come dopo Bologna, siano tanto felici da “whatsapparmi” i loro cori d’esultanza sulla via del rientro.

 


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