La Procura indaga sul caso Mandragora: ecco cosa rischia l’Udinese
La procura di Udine ha aperto un fascicolo per il caso Mandragora. C’era da aspettarselo, visto che la trasmissione degli atti da parte dei magistrati di Torino ai colleghi di tutta Italia ha fatto sì che, come atto dovuto, la macchina della giustizia si attivasse.
Così la Procura, nel ricostruire i fatti, giustifica la scelta dei reati iscritti: l’Udinese, nonostante un accordo con la Juventus con cui si era già stabilito che il trasferimento di Mandragora sarebbe stato temporaneo, avrebbe violato l’art. 2621 del codice civile (a tutti noto come falso in bilancio) procurandosi un ingiusto profitto mediante la dichiarazione di fatti non veri (ossia il conteggio nel bilancio 2018 dei 20 milioni spesi e tre anni dopo restituiti dalla Juve). Inoltre questa operazione avrebbe complicato il controllo dell’autorità preposta sul bilancio sociale, configurando l’applicabilità del successivo art. 2638. Infine, visto che tramite elementi passivi fittizi (nello specifico ammortamenti) ci sarebbe stata un’ evasione importante delle imposte, viene chiamato in causa il reato tributario di cui all’art. 2 del d. lgs. 74/2000.
Sul registro degli indagati, come noto, Franco Soldati e Stefano Campoccia, presidente e vice della società, ma anche la stessa Udinese Calcio spa, chiamata in causa autonomamente per un motivo ben preciso e anzi decisivo. Tutti i reati succitati infatti prevedono solo pene detentive (il carcere, per intenderci), mentre la Pm, indagando la società, applica la cosiddetta responsabilità para-penale: una società non può infatti andare in carcere, ma può rispondere con una multa salata per i reati compiuti dai suoi organi di vertice. In particolare, se vengono accertati i reati di cui all’art. 2621 e 2638 è previsto il pagamento di una somma da 400 a 800 quote, mentre per quello tributario una somma da 100 a 500 quote (una quota viene quantificata dal giudice in una cifra tra 250 e 1500 euro). Questo è dunque grosso modo quanto rischia l’Udinese, al lordo ovviamente di aggravanti, attenuanti e quant’altro può modificare la pena.
È ovvio che siamo appena all’inizio: le indagini sono solo il primo atto del lungo iter del processo penale, e non è detto che la Procura chiederà di aprirne uno. Bisognerà dunque solo mettersi comodi e aspettare. Difficilmente comunque ci saranno ripercussioni sulla situazione di classifica dei bianconeri: la giustizia sportiva, che corre su un binario diverso da quella ordinaria, ha già avuto modo di analizzare a fondo il caso Juve e non aveva a suo tempo preso provvedimenti. Anche nella peggiore delle ipotesi non si vede come una sentenza penale pronunciata anni dopo possa influire su quanto già deciso.