.

La pazienza dei tifosi è, giustamente, finita, ma ai giocatori non sembra interessare

di Davide Marchiol

Contro l'Inter è arrivata la contestazione tanto attesa, almeno da parte della Curva Nord, che ha intonato cori contro società e calciatori per tutto il tempo. Dopo i 45' fuori dallo stadio, i tifosi sono entrati per manifestare tutto il proprio dissenso. Bersaglio principale i Pozzo, ma non sono mancate le stoccate ad una squadra che sta scivolando verso la Serie B. "E tanto già lo so, che l'anno prossimo, giochiamo il sabato!" e "Ce ne andiamo in B! Ce ne andiamo in B! E vi facciamo un c**o così!" sono solo alcune delle invettive lanciate dagli ultras, che hanno ormai definitivamente scaricato la squadra, lanciando anche le maglie in campo e dando il là al primo vero cenno di contestazione da tempo immemore in quel di Udine dove, fortunatamente, non ci sono stati episodi di violenza come Cagliari e Verona, ma dove forse anche la pazienza è stata troppa e qualche manifestazione, rigorosamente pacifica e solo verbale, ci può anche stare.

Ciò che preoccupa è il totale disinteresse da parte dei calciatori che non hanno fatto una piega nonostante le offese dei propri tifosi, con la solita fuga della maggior parte dei giocatori negli spogliatoi al termine della gara. Nel secondo tempo inoltre, il lasso di tempo scelto per la contestazione, la squadra non ha avuto nemmeno quel minimo di moto d'orgoglio che per esempio ha avuto il Verona nella debacle con il MIlan (finita con un poker, ma anche un gol segnato), lasciando scivolare via una sfida che non è terminata con un punteggio tennistico solo perchè i nerazzurri hanno rallentato i ritmi per il gran caldo. È tornata dunque la frattura tra tifosi e squadra... e stavolta sembra proprio insanabile.


Altre notizie