La GSA perde la gara, non la faccia
Stasera l’A.P.U. ha incontrato quello cui mira la società nel biennio che inizia domenica prossima: intensità, fisicità, agonismo; difesa elevata all’ennesima potenza, chili sotto le plance dove gli avversari della truppa di coach Demis conquistano una serie infinita di seconde opportunità.
In una serata a suo modo storica per la radiofonia friulana, con Radio Onde Furlane che trasmette la prima diretta radiofonica a commento della gara in marilenghe (grazie a Mauro Missana ed Enrico Turloni per avermi fatto parte di quest’avventura), già nei primi 4’ di gara (0-15) Udine capisce di cosa si parla stasera. Cavina chiama (furibondo) un timeout dopo 100’’ e catechizza Lorenzo Penna, autore di un inizio da incubo (ma si riprenderà col tempo). Aradori e Taylor fanno a pezzi la difesa friulana e sotto le plance il canadese di Mostar Kravic fa a sportellate con Ciccio, che appare spesso troppo timido per tenerlo.
La gara si dipana con svantaggi che oscillano fra 8 e 13 punti, ma la Virtus non molla mai il volante della gara. Vince meritatamente e domani sfiderà la Cimberio Varese (71-59 a Pistoia) per la vittoria nel trofeo intitolato alla mamma del Presidentissimo Pedone.
Eppure Udine, a metà del quarto decisivo, si era issata a -7 con quattro triple (tre Pinton e una Spanghero) e due liberi di Chris Mortellaro: la categoria di Bologna si vede quando Baldi Rossi mette la tripla (doppiata subito da quella di Punter) che spegne l’onda emozionale del PalaLongobardi.
La verità? Questa squadra senza Riki Cortese paga troppo dazio in attacco, dove la palla gira con meno fluidità e le soluzioni si concentrano spesso sui due americani. Lo si sapeva, e il fatto che con tutta probabilità ad Imola (seppur non al meglio) ci sarà è un’ottima notizia. Stasera meglio Simpson di un Powell stanco ed impreciso (3/13 dal campo) ma, ripetiamo, la differenza fra le due formazioni era abbastanza chiara.
Troppo lo strapotere coloured dei virtussini; troppa l’esperienza di giocatori prelevati da Banvit, AEK, Panionios o Olimpia Milano, che hanno fatto sentire il loro peso in maniera spesso inequivocabile.
Avvicinandoci all’inizio dei campionati, poi, questo décalagetecnico e fisico si accentua notevolmente.
Udine deve imparare da gare come queste: intensità, attenzione e testa nel match. Detto per inciso che in A2 formazioni così non ne incontrerà, e che la Effe ha preso un trentello proprio dai cugini virtussini, la GSA deve chiudere meglio le porte sotto canestro, ed evitare di pagare dazio nei ribaltamenti di fronte, scivolando meglio a difesa del lato debole. Interessanti alcune soluzioni provate da coach Demis, come il quintetto bassissimo con due playmaker e Pinton, oppure l’uso di Powell e Genovese come batteria di lunghi. Queste gare servono proprio a questo: guardare avversari forti, farsi allenare da loro e capire come migliorare le proprie performances.
Appuntamento con la GSA domani quando, nel remake della gara in terra toscana, sfiderà Pistoia per evitare il quarto posto nel torneo. E l’Oriora vista oggi contro Varese è apparsa squadra ampiamente inferiore a quella di Sacripanti.