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La GSA chiude l’anno a Bologna

di Franco Canciani

Bologna, sponda Fortitudo. E sarà gara particolare per la tifoseria più affezionata, la quale difficilmente avrà dimenticato l’agguato di Cento ed anzi ribadisce ad ogni gara la poca stima nutrita nei confronti dei sostenitori dell’”altra” squadra di Bologna.

Per me è solo sport, e spero sia una bella partita: Udine ci arriva sulle ali della più bella gara dall’epoca della campagna vittoriosa di Bergamo, negli scorsi playoff, o forse addirittura dalla vittoria orceana in regular season, sempre nella stagione passata. Ci arriva con ancora ferite fisiche da leccare, ma la consapevolezza di aver (ri)trovato un invidiabile chimismo di squadra, specie in fase difensiva, ma soprattutto di aver integrato i due giganti d’ebano nelle proprie strategie. Allan Ray, infatti, mai come lunedì sera è parso trascinatore della squadra anziché, come era accaduto talvolta in passato (anche a Stan Okoye), il più bravo del campetto. Il simbolo offensivo della vittoria, per me, è infatti un contropiede condotto dal figlio del Bronx e concluso con una tripla in faccia al difensore avversario, seguita da un’invocazione al Settore D ed allo stadio tutto a farsi sentire.

Di fronte una squadra-meno-squadra di Treviso, che fa appunto di un collettivo ben registrato ed equilibrato e di un gioco fluido e piacevole le proprie note positive (e da Pilla questo ci aspettiamo); ma una Effe con diversi giocatori che vedrei bene nel mio “fantabasket” di A2.

Boniciolli, altro ex della panca friulana, ha infatti a disposizione il vecchio guerriero Mancinelli, capitano della squadra ed appena rientrato a Bologna dopo i dieci anni iniziali ed una militanza che lo ha visto protagonista della più bella ed efficace edizione dell’Olimpia milanese. In fase di regia, il mulo Ruzzier, appena arrivato dalla Reyer, si alterna con il mio playmaker preferito del girone, quel Leonardo Candi che a dispetto di un’età verde conduce i suoi da vero veterano. La coppia straniera non è poi all-USA, da dove proviene il centro molto classico Justin Knox, ventisettenne virgulto di Alabama University e giunto dalla seconda lega turca dove svitava lampade per il Genclik Bursa; l’ala forte proviene infatti dal ricco bacino ex-jugoslavo, da dove la dirigenza di Muratori ha pescato Mitja Nikolic, venticinquenne postumiano. Lo ricordavamo avevrci impressionato sia in maglia Pivovarna Lasko che con l’Olimpija di Lubiana. Sfacciato e dinamico, toccherà a Miki Ferrari e company tenerlo a bada evitando di farlo esaltare.

Udine, in fondo, arriva a questa gara con il cuore alleggerito dalla precedente prestazione, ma con la sicura voglia di mostrare che il trionfo su Treviso non è stato un fuoco di paglia. Palla a due stasera, alle 20.30, con diretta al solito su Udinese TV. Sono certo che Lino Lardo, con indosso i calzini portafortuna, riuscirà a convogliare energia positiva sul campo traendo da coloro i quali saranno arruolabili, spero più di sette!, il massimo possibile. Per dimenticare, finalmente, le gare mai giocate come quella di Mantova.

Avanti, A.P.U.: nulla è impossibile.


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