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L'Udinese e la scommessa Velázquez: pro e contro di un taglio al passato

di Federico Mariani

Un taglio con il passato. Dopo tante ipotesi e fin troppa conclusione, l’Udinese esce allo scoperto e fa la sua scelta. Una decisione inedita, in aperta rottura con la linea generale intrapresa dal club friulano finora. Per la prima volta, spazio ad un tecnico straniero, lo spagnolo Julio Velázquez. Una scommessa enorme, sommando sia la frattura rispetto al sistema adottato fino a questo momento dai bianconeri, sia la giovane età del nuovo allenatore. Nessuno aveva mai gestito una squadra di Serie A a 36 anni. Insomma, il nuovo innesto sembra molto più di un semplice investimento sul futuro. C’è l’idea di imprimere una svolta netta, di tentare di intraprendere una nuova via che possa portare l’Udinese ad ottenere risultati tali da rinverdire i fasti dell’era Guidolinana.

Cambiare rotta per tornare a convincere. I mutamenti potrebbero materializzarsi anche in campo, con il passaggio definitivo alla difesa a quattro ed un modulo più votato all’attacco, seguendo le indicazioni della guida tecnica iberica. Un altro elemento di rottura con il panorama italiano, solitamente molto accorto ed attento alla fase difensiva. Va detto che la giovane età di Velázquez, unita ad un’esperienza già piuttosto variegata, potrebbe diventare un elemento prezioso per apprendere rapidamente le lezioni emerse dalle prime uscite, apportando freschi accorgimenti tattici.

La nuova Udinese sarà, forse, la scommessa più intrigante dell’era Pozzo, dati i tantissimi cambiamenti. I rischi connessi a questo radicale mutamento di vedute sono molteplici e non vanno sottovalutati. L’ultima volta che la Serie A ha accolto una rosa zeppa di stranieri ed un allenatore proveniente dall’estero non si rivelò un esperimento fruttuoso. Era la Roma di Luis Enrique, un vero e proprio cantiere a cielo aperto. Se i friulani avranno fatto tesoro di quell’avventura, l’esperimento Velázquez potrà regalare grandi soddisfazioni.


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