Kevin Lasagna ed un talismano chiamato San Siro
Ogni giocatore ha un suo talismano. C’è chi sembra particolarmente ispirato da determinate condizioni, chi dalla formazione avversaria, chi addirittura dal rivale diretto, sia esso un attaccante da stoppare o un difensore da saltare. Nel caso di Kevin Lasagna, è uno stadio il portafortuna. E non uno qualsiasi, ma San Siro, una delle cattedrali del calcio. Sarà forse solamente un mero dato statistico, eppure desta comunque sensazione. L’attaccante di Suzzara è andato in gol in tre dei quattro incontri da lui disputati sul campo meneghino con le maglie di Carpi ed Udinese. Per due volte a farne le spese è stata l’Inter, mentre in un’occasione ne ha pagate le conseguenze il Milan. E se i rossoneri possono consolarsi con la vittoria per 2-1 ottenuta in questa stagione, i nerazzurri non hanno mai vinto quando KL15 ha lasciato il segno. Nel 2015/16, una sua rete in pieno recupero stoppò Mancini, mentre sabato pomeriggio la marcatura dell’attaccante bianconero ha dato il via alla festa friulana.
Strano e curioso il caso di Kevin. Sembra quasi che quel campo lo chiami, lo evochi, ne stuzzichi le qualità migliori, lo esalti. Solitamente San Siro è noto per intimidire gli avversari, appesantire le loro gambe e smorzarne i propositi bellicosi. Tutto ciò non avviene con Lasagna. Sembra quasi a suo agio su quel prato mitico, sul quale hanno posato piede i più grandi campioni della storia di questo sport. Probabilmente c’è anche un motivo tattico. Il calciatore bianconero ha la qualità di avere un buon acume e di saper leggere l’azione. Inoltre, fisicamente, ha una velocità discreta nello scatto da fermo. Qualità che gli permette di incunearsi nella retroguardia avversaria, specialmente se le squadre rivali sono abituate a fare la partita anziché a subirla. Infatti, due delle tre reti realizzate nella cattedrale sono arrivate in questo modo. L’altra marcatura è un regalo di Romagnoli in largo anticipo rispetto al periodo natalizio, anche se va sottolineata la bravura e la caparbietà del giocatore di non demordere e di rimanere in zona, pronto a cogliere l’occasione giusta.
A settembre, nella zona mista di San Siro, Lasagna confidò di voler battere il proprio record di gol in Serie A. Un numero non esorbitante, potrebbe obiettare qualcuno. Eppure, non lo è stato per un ragazzo chiamato ad un compito decisamente complicato come giocare in A con la maglia dell’Udinese. Il passaggio da una realtà come Carpi ad Udine non è risultato semplice ed il rischio di perdersi è sempre stato presente in trasferimenti di questo tipo. Tre mesi dopo, Kevin ha eguagliato il suo score nella stagione 2015/16 e punta decisamente in alto. In fondo, superare quel primato vorrebbe dire molto per lui. Significherebbe aver fatto un ulteriore passo in avanti a livello personale, dando al contempo un contributo notevole alla sua nuova causa. E vorrebbe essere un modo semplice e genuino per zittire gli scettici che lo accolsero con perplessità e scarsa convinzione. Con pochi proclami e tanto lavoro, Lasagna è pronto a riscrivere la propria storia ed il futuro dell’Udinese.