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Jankto tra passato e futuro:" Resto a Udine e puntiamo all'Europa. Con le squadre migliori del campionato abbiamo sempre dimostrato di potercela giocare alla pari"

di Jessy Specogna

Lunga intervista del Messaggero Veneto a Jakub Jankto. Il ceco si è raccontato a cuore aperto tra passato e futuro, parlando anche degli obbiettivi dei bianconeri per i prossimi anni.

"Il primo anno con la Primavera è stato difficile, non conoscevo la lingua, non sapevo dire neanche “grazie”. Decisi di interrompere gli studi per concentrarmi solamente sul calcio. Oggi ho ripreso in mano i libri: studio per corrispondenza, voglio ottenere il diploma e se ci riesco poi posso iscrivermi alla facoltà di legge. Il tempo per studiare è poco, lo concentro soprattutto verso sera"

Estate 2015: l’Udinese non riusciva a piazzarla in prestito. Diciotto mesi dopo è titolare in serie A. Strano il calcio, vero?

«Bisogna avere anche un po’ di fortuna. E io l’ho avuta perché l’Ascoli, ripescato dalla Lega Pro, ha usufruito di una finestra supplementare di mercato e mi ha preso. Lì ho trovato tante persone che mi hanno aiutato e che sento ancora. Penso a Giorgi, ma anche a Petagna che adesso è all’Atalanta».

«Io al mercato non riesco a pensare. Voglio finire questa stagione in crescendo, segnare qualche gol, fornire degli assist e aiutare la squadra a salire in classifica. Secondo me siamo da colonna di sinistra, diciamo da nono-decimo posto».

Questa squadra, mantenendo l’ossatura composta dai giovani come lei, Samir, Fofana e De Paul, con due-tre rinforzi di qualità può puntare a giocarsi il prossimo anno un posto in Europa?

«Secondo me sì. Con le squadre migliori del campionato abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari, dobbiamo migliorare sotto il profilo della continuità».

Bene con le grandi, male con le piccole. È anche una questione tattica e di personalità?

«Credo che ci manchi un pizzico di esperienza per gestire alcuni momenti della gara. Ma possiamo crescere grazie all’aiuto dei ragazzi meno giovani come Danilo, Felipe, Hallfredsson e Thereau».

Giocare anche il prossimo anno nell’Udinese potrebbe essere utile per la sua crescita personale?

«Penso di sì».

Due gol in serie A a Juventus e Inter, non due squadre qualsiasi, zero punti conquistati. A quando la prima rete da tre punti?

«Ci sta. Io sono contento se segno, ma deluso se poi perdiamo. Come ho detto prima, vorrei segnare ancora qualche gol da qui alla fine. Lo scorso anno a Pescara con l’Ascoli pareggiammo 2-2 e io realizzai la rete dello 0-1. Finimmo la gara in nove».

Adesso che Fofana ha concluso in anticipo la sua stagione pensa di avere maggiormente spazio?

«Prima di tutto sono dispiaciuto per l’infortunio di Seko al quale auguro di guarire al più presto. Lui è un giocatore di grande personalità e l’ha dimostrato. Io cercherò come sempre di mettere le mie qualità a disposizione del collettivo».

Ma qual è il suo ruolo? Mezzala o esterno di centrocampo?

«Onestamente per me cambia poco.Ho ricoperto il ruolo di esterno in un centrocampo a cinque ad Ascoli ma solo quando mancava il titolare. Non credo sia il ruolo ideale per me».

Con la Juve l’abbiamo vista correre incessantemente da una parte all’altra del campo. Come ha fatto a non avere i crampi?

«No no, li ho avuti nell’ultima azione di contropiede».

 

Cos’ha pensato al fischio finale?

«Sul momento ero deluso perché sentivo che avevamo fatto una grande gara e che meritavamo di vincere. A mente fredda dico che un pari con i campioni d’Italia non è poi così male».

Dopo l’ottima prestazione con la Juventus ora vi attendono Pescara e Palermo. All’andata deste un’accelerata conquistando sei punti...

«Non possiamo fermarci. In casa nostra dovremo prenderci i tre punti per forza, ma anche a Pescara vogliamo vincere».

 L’Udinese a gennaio ha pescato ancora nel suo paese andando ad acquistare Antonin Barak, centrocampista classe ’94. Cosa ci può dire di lui?

«Abbiamo preso un giocatore forte e un bravissimo ragazzo. Ha caratteristiche importanti, è molto tecnico, mancino, può agire dietro le punte, ma anche fare la mezzala. É un centrocampista più offensivo che difensivo. Bisognerà dargli un po’ di tempo per capire un calcio difficile come quello italiano, ma poi sono convinto che potrà darci una mano".


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