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Italia, finisce l'era Pozzecco ma il futuro è dalla parte della Nazionale (e guarda anche in Friuli)

di Alessandro Vescini

La sconfitta contro la Slovenia chiude (di fatto) un ciclo. Non solo perché si interrompe il cammino dell'Italia a EuroBasket, contro un avversario talentuoso trascinato da un alieno ma che ha mostrato dei limiti che gli Azzurri non hanno sfruttato a pieno, ma anche sottolinea la necessità di cambiare, in maniera netta. 

Una delle caratteristiche principali dell'era Pozzecco è stata quella di creare quasi una squadra di club, un giro di convocati quasi sempre uguale che permetteva di creare fin dai primi giorni di preparazione un'identità di gruppo. La forza dell'Italia ma, sempre più spesso in questi ultimi anni, anche il limite. Bello vedere l'ultimo canto del 'Gallo', con il quale forse non saremo mai del tutto onesti fino in fondo, ma a EuroBasket per gli Azzurri i protagonisti indiscussi sono stati Diouf e Niang. Simbolo di un nuovo ciclo che sta per iniziare. 

Al di là di scoprire quale sarà la guida tecnica, questa volta la scusa "eh ma non ci sono giovani talentuosi" comincia a perdere di credibilità. I due virtussini ne sono la prova, ma soprattutto basta tornare indietro con la mente a un mese e mezzo fa per vedere l'Italia U20 vincere gli Europei U20 di categoria. Il materiale c'è, ora va solo coltivato nei tempi e nei modi giusti. L'esempio lampante? Francesco Ferrari della UEB Cividale, che presto vedremo in Serie A e che si prenderà una maglia della Nazionale senior a breve. 

Ma sempre in Friuli ci sono altri esempi da tenere sott'occhio. Come Leonardo Marangon, anche lui protagonista a EuroBasket U20 e, lato Apu Udine, ad Andrea Calzavara. I suoi primi approcci con il livello superiore, vedasi le sue prestazioni al Memorial Pajetta, sono state confortanti. Fisicità e punti nelle mani lo rendono un playmaker moderno, con caratteristiche diverse rispetto ad alcuni giocatori dell'Italia di Pozzecco arrivati anche loro a fine ciclo. 

Tutto sta nella loro crescita e nelle loro performance con i rispettivi club, perché mai come in questo momento storico la Nazionale maggiore ha spalancato le porte delle opportunità. Datome presto si metterà già al lavoro con Trainotti, e qualche "gita di lavoro" al Carnera o al PalaGesteco potrebbe arrivare a breve.


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