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In Germania i tifosi insorgono contro la Red Bull: perché è così odiata?

di Arianna Forabosco

Qual è la squadra di calcio più odiata in Germania? I tifosi tedeschi non nutrono il minimo dubbio: la RB Leipzig, società di proprietà della Red Bull. Appena approdato in Bundesliga, il club dei Tori Rossi è subito balzato agli onori della cronaca. Il motivo è semplice: ovunque i biancorossi vanno a giocare incontrano le proteste delle tifoserie avversarie. Osteggiare la squadra controllata dalla Red Bull non è però una novità in Germania. Parecchie sono state le manifestazioni di protesta che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni, anche quando Il RB Lipsia militava nelle serie inferiori. Spesso i sostenitori hanno disertato le partite casalinghe della propria squadra quando doveva affrontare il Lipsia, lasciando gli spalti vuoti e giustificandosi così: “Contro la squadra in lattina non si gioca a calcio”.

L’ultima protesta in ordine di tempo si è verificata la scorsa settimana a Colonia, dove i supporters del FC Köln si sono seduti appositamente in strada per non fare entrare allo stadio il pullman della RB Lipsia. I manifestanti, muniti di cartelloni che puntavano il dito contro la società controllata dalla multinazionale austriaca, non volevano spostarsi dalla carreggiata. Risultato? Il Lipsia non ha potuto effettuare il riscaldamento e la partita fra le due formazioni è iniziata con quindici minuti di ritardo. Al fischio d’inizio la protesta contro la squadra controllata dalla Red Bull non è scemata e, anzi, si è spostata all’interno dello stadio, dove sono stati esposti diversi striscioni contro il RB Lipsia. L’azione più eclatante, però, si è svolta ad agosto durante una partita valida per la Coppa di Germania. I tifosi avversari della Dynamo Dresda (squadra dell’est che la Red Bull aveva tentato di acquistare) hanno gettato sul campo da gioco una testa di toro mozzata, simbolo della nota multinazionale.


C’è da chiedersi perché i sostenitori tedeschi nutrono un simile odio per il RB Lipsia. Le motivazioni sono molto semplici: nel mondo del tifo tedesco la tradizione e la storia di un club contano moltissimo. Società storiche come l’Amburgo, il Bayern Monaco, il Borussia Dortmund, lo Schalke, il Werder Brema possono vantarsi di aver scritto pagine indelebili della Bundesliga. Militano da anni in massima serie e anno dopo anno portano avanti una tradizione. Per i tedeschi non è stato facile digerire la retrocessione di un club storico come lo Stoccarda e vedere approdare per la prima volta in Bundesliga il RB Lipsia, squadra che più di ogni altra è contro ogni tipo di memoria storica e mantenimento della tradizione. La Red Bull è dunque vista come l’emblema di un calcio in “provetta”, fabbricato ex novo e con un unico obiettivo: pubblicizzare esclusivamente il proprio marchio. La prova inconfutabile di questa politica può essere vista nella creazione di una squadra ad immagine e somiglianza dell’azienda-proprietario con uno stemma composto da tori rossi e gli stessi colori biancorossi. Usare il calcio per i propri fini commerciali non è certo ben visto dai tifosi tedeschi, che mettono al primo posto i sentimenti. Un gruppo Ultras del Borussia Dortmund, che ha deciso di disertare la trasferta a Lipsia in programma per seconda giornata di campionato, ha giustificato la sua scelta così: “Il calcio si gioca per suscitare emozioni, per regalare gioie alle persone. Loro giocano per farsi pubblicità. Questa è la commercializzazione del calcio che vogliamo combattere.” Ciò nonostante, l’avversione nei confronti della Red Bull va ben oltre sentimenti: c’è in ballo anche una questione etica. La Red Bull è mal vista perchè ha fatto solamente i propri interessi, riuscendo ad aggirare le regole federali che prevedevano il divieto di inserire il nome di una multinazionale in quello di un club di calcio. I dirigenti del Leipzig hanno trovato l’escamotage per inserire le iniziali del noto drink, giustificando RB come acronimo per Rasenballsport (sport da palla sul prato). Non solo: secondo i tedeschi chi non rispetta il proprio pubblico non deve aspettarsi di essere rispettato. La trasformazione dell’Austria Salisburgo da viola a biancorossa ne è una dimostrazione. I tifosi austriaci avevano raccolto ben 8 milioni di firme per chiedere al presidente Mateschitz di non cambiare i colori sociali. La risposta del proprietario della Red Bull è stata eloquente: sui seggiolini dello stadio vennero posti degli occhiali con delle lenti viola, in modo che i tifosi salisburghesi potessero vedere la loro squadra con i propri colori storici e non in biancorosso.

 

 


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