In Friuli il basket raddoppia
A Udine, il basket non segue il trend nazionale fatto di rinunce, di tagli, di tristezza: in Friuli il basket raddoppia.
L’A.P.U. del presidente Pedone ha infatti lanciato un nuovo corso: assunto Matteo Boniciolli come coach ed Alberto Martelossi in veste di senior assistant e general manager, la squadra tecnica è stata completata con Luigino Sepulcri (notissimo preparatore atletico) e Gavazza come team manager; al contempo ha confermato la colonia friulana rappresentata da Antonutti e Vittorio Nobile.
Non è tutto: la DGM di Davide Micalich, che da poco ha terminato la sua avventura in seno alla prima squadra cestistica di Udine, ha acquisito il diritto sportivo di cadetteria detenuto da Valsesia, e di fatto diventerà la seconda squadra della provincia. La cosa era nell’aria ed il vulcanico Micalich ne ha dato annuncio dalle frequenze della propria televisione, sabato mattina, in occasione della trasmissione ‘BH Club’.
Rispondendo a chi mi ha scritto, confermo che non sarà il sottoscritto a scrivere di A.P.U. durante la prossima stagione. E no, la fuoriuscita di Micalich non ha nulla a che vedere con la mia decisione, peraltro ben compresa dalla redazione di Tuttoudinese. Piuttosto la ‘nouvelle vague’ bianconera, basata su una struttura gestionale e tecnica completa, penso abbia bisogno di un trattamento il più professionale possibile da parte dei media.
Ho dedicato alla formazione bianconera cinque stagioni, condividendone le gioie ed i dolori; l’ho fatto con passione e onestà, almeno questo era l’intendimento. Credo ora sia giunto il tempo di un’altrettanta ‘nouvelle vague’ anche da parte di chi commenta.
Rispondo anche alla seconda domanda che molti mi hanno rivolto: non lo so se seguirò la seconda squadra cittadina, che ha confermato Cividale come palazzetto di casa. Non lo so, perché non so quanto tempo potrò dedicare allo sport che più amo, al netto del fatto che rimarrò sostenitore dei colori bianconeri, e farò altrettanto per quelli della DGM. O come si chiamerà il progetto di Micalich.
Posso però esprimere le mie opinioni su quello che si è detto nell’ultimo, convulso mese.
Non vedo nulla di strano se due amici, che per anni hanno lavorato assieme, prendono strade diverse. Né trovo strano che chi esce continui a perseguire la propria passione, ripartendo dal basso per trovare quei nuovi stimoli che anche la sua vecchia compagine pare avere ritrovato.
Trovo ozioso il discorso, alimentato da qualche utente di rete sociale, sul fatto che una seconda squadra in città sottragga risorse alla prima. Io sono un piccolissimo imprenditore e se non sono convinto di un progetto non vi investo nemmeno fosse l’unico; se ce ne sono venti tutti poco convincenti, investo ancora zero; se invece uno dei due, tre, millle mi convince, ci punto.
Il proprietario dell’A.P.U. ha risorse proprie e conoscenze e capacità per coagulare sponsor ed investitori; Micalich ha capacità e reputazione: prevedo ci divertiremo.
Sì: ci divertiremo il doppio. Boniciolli e Martello stanno lavorando attorno al progetto, e già qualche interessante nome si legge. Chi si abbonerà al Carnera di certo non lo farà invano.
Della serie B del PalaLongobardi si sa ancora pochissimo: molto probabile il coach sia davvero un altro cavallo di ritorno, quello Stefano Pillastrini che pare fatto apposta per un progetto ambizioso, regionale che punterà su giovani da lanciare. Comunque andrà, per Udine sarà un successo.
È per questo che non comprendo alcuni dei messaggi di cui sopra, né condivido i colleghi che definiscono i due ‘patron’ come litiganti. Ognuno farà la sua strada, sperando che le formazioni non si incontrino mai se non in massima serie.
Udine e la sua provincia hanno infatti lo spazio ed il prestigio per reggere due formazioni; qualcuno si chiedeva perché non rilanciare a Gorizia, io dico che chi inaugura un progetto in fondo fa quello che ritiene più opportuno. Nessuno impedisce agli imprenditori isontini di far rinascere una nuova ‘UGG’, e Massimo F. sa quanto io ci terrei ad avere tutte le provincie rappresentate nel basket che conta.
Insomma mentre la pallalcesto nazionale stenta e in qualche caso lascia, Udine raddoppia: gli sforzi, lo spettacolo, i canestri. Io ne sono felice: mi verrà il magone quando, alla prima partita dell’A.P.U. non sarò in tribuna stampa con mixer e microfono per una delle nostre poco imparziali radiocronache con l’amico Stefano: passo a lui e a Francesco Paissan, che insieme assommano la mia età, il testimone.
E che la dea del basket ce la mandi buona, come ci meritiamo.