GSA, ultima chiamata
Ormai quasi perdute, le F8 di Coppa Italia sono ancora teoricamente raggiungibili per la GSA. I ‘se’, però, sono tanti e complicati.
Udine deve vincere le ultime due, contro Verona (in trasferta) e Treviso; due fra Forlì, Montegranaro e Verona dovrebbero praticamente fermarsi del tutto: detto però che i biancorossi di Valli hanno Mantova in casa e Imola fuori; i marchigiani Imola in casa e ultima a Cagliari; Verona, dopo Udine, va a Cento. Praticamente impossibile teorizzare un hara-kiri globale di chi precede i bianconeri.
I quali, ad ogni buon conto, debbono dar valore alle parole di Demis Cavina: questi, appoggiato al panettone, sottolineava come delle ultime nove gare se ne siano vinte sette.
Tutto vero: ma la GSA ormai ha perso in un girone il fatturato negativo di sconfitte vaticinabile per l’intero campionato; ha ceduto nelle tre partite disputate contro pari livello; ha sinora mostrato pause che solo nella gara di settimana scorsa contro la Piacentina sono quasi del tutto sparite.
Domani all’AGSM Forum scaligero andrà in scena la prima di tre gare fondamentali per il futuro udinese; contemporaneamente al pignarûl si vedrà al Carnera poi Treviso di Antonutti; si prosegue sempre in casa contro Imola per lavare la prima, sfortunata gara del campionato.
Verona è squadra completa, con punti nelle mani di almeno sette giocatori: insomma una storia decisamente diversa da quella vissuta contro le più recenti avversarie in trasferta. Forti sotto le plance (Candussi e Quarisa), solidi in post (Maspero e Udom), pericolosa dal perimetro dove Damonte e soci hanno arruolato l’ex-Biella Ferguson, la guardia-G-League (orbita Hornets) Henderson, accanto al confermatissimo play Amato e a Giovanni Severini, già a Forlì (e prima alla Scandone di Avellino). Formazione dalle cifre paragonabili a quelle friulane, in realizzazione ed in difesa, ma con una striscia vincente migliore che le ha permesso di risalire dal fondoclassifica e sorpassare, con cinque vittorie di fila, Udine mettendosi in scia alle avversarie più titolate alla ricerca delle migliori posizioni in ottica playoff (detto che la Fortitudo sembra ormai volare via).
Udine può vincere se approccia la gara come a Forlì, ma non si sgonfia alla distanza priva, come succede fuori casa, del calore di 3500 tifosi amici (si prevedono comunque un paio di pullman al seguito, capitanati dall’onnipresente Settore D); servirà un contributo decisivo dalle torri sotto le plance, in primis Ciccio Pellegrino. Brutto cliente Candussi: il Francesco nostro è pivot moderno, che si stacca spesso dal pitturato e, grazie ad una manina decisamente educata, è perfettamente capace di infilare la tripla che spacca la gara (40% al tiro pesante nel campionato). Lo ricordiamo tutti, il periodo finale della gara di Mantova nello scorso campionato, quando da una situazione di parità al 30’ Udine si trovò sotto di dieci punti proprio grazie a 8 punti di Candussi, due triple ed una schiacciata.
Sarà necessario l’apporti altresì dei post, di Powell e Nikolic, più mobili dei centri e capaci di uscire a marcare i 212 centimetri del palmarino quando questi uscirà dal colorato in cerca di fortuna.
Come detto, poi, la coppia-coloured veronese mette assieme un fatturato di poco meno di 30 punti combinati (16 per Candussi, 10 per Amato) con medie non straordinarie ma con pericolosità manifesta.
Udine può vincere se mantiene alta la soglia della concentrazione e dell’aggressività, se si riconosce nei durissimi allenamenti che sopporta con spirito di squadra, se avrà quanto ci si aspetta da uomini finora presenti a targhe alterne nelle prestazioni friulane, leggasi Cortese. Il quale è uno dei giocatori che si impegna di più, ma alla domenica appare frenato da qualcosa che vaga fra i suoi validissimi neuroni da potenziale gran giocatore. Ciò per rispondere a chi riconosce in qualche dabbenaggine in campo del centese uno scarso attaccamento ai colori.
Palla a due mezz’ora prima delle canoniche diciotto; fischieranno Calogero Cappello di Agrigento, il fabrianese Alessio Dionisi ed il giovanissimo teatino Marco Catani: per i quali confido in una forma fisica migliore di quella messa in campo dal capo-arbitro nella precedente gara friulana. GSA: ultima chiamata, in ogni caso chiudiamo nella migliore delle maniere un 2018 del tutto positivo.