G.S.A.: dimentica Bergamo e punta in alto
La sconfitta di Bergamo ha rappresentato un inatteso intoppo per le ambizioni bianconere; Udine ha giocato troppo male per essere vera. Una di quelle serate che nascono storte e, se manca quel pizzico di fortuna vista contro Piacenza, lasciano solo il tempo di guardare l’avversario esultare.
Gli orobici meritano assolutamente i punti guadagnati sul campo: Ciocca toglie fuori dal cilindro l’arma-Mascherpa, levando un evanescente Solano, ed il ragazzo ex-Lecco lo premia con tiri che, probabilmente, non segnerà mai più.
In maniera quasi profetica con Davide Micalich parlavamo, solo mercoledì sera, di Mattia Venucci che in maglia Chieti, l’anno scorso, ci fece 27 punti quando la media finale del campionato per lui fu di 5 punti a gara. Oggi gioca a Faenza in cadetteria. Stesso discorso per Massone, che contro Udine si scopre play da nazionale ma ad oggi vanta dieci minuti e due punti di media-gara.
Stanca: la formazione udinese è parsa stanca, nel momento topico e negli effettivi più importanti. E non è mistero che la GSA sia arrivata alla gara contro Bergamo allenandosi a ranghi mai compatti, con diversi giocatori acciaccati ed alcuni inabili alla causa. Sappiamo che Rain e KayDee giocano 35’ a gara, e se non stanno abbastanza bene si vede chiaramente da scelte ed efficacia degli schemi d’attacco. L’altra sera discreta la prova di Veideman, minata da un colpo al costato quella di Dykes che non ha voluto comunque far mancare il proprio apporto alla causa.
È andata così, inutile recriminare: Udine deve guardare avanti, ché domani sera arriva la Poderosa Montegranaro; e dopo sei giorni derby sia, finalmente.
La formazione marchigiana è una falsa sorpresa: magari così in alto non ce la si attendeva, ma la compagine del giovane coach ligure Ceccarelli è di certo una squadra solida. Ad iniziare dalla coppia straniera: la guardia LaMarshall Corbett, l’anno scorso a Mantova, e l’ala forte Marshawn Powell, un recente passato a Treviso e l’anno scorso diviso fra Wurzburg e Reggio di Calabria. Due giocatori da sedici punti a gara ciascuno: non appariscenti, ma solidi e concreti.
Temibilissima ed espertissima l’ala Valerio Amoroso: ce lo ricordiamo a Roseto, ma gia dieci anni fa segnava con la Premiata Montegranaro. Ancor oggi tredici pezzi a gara li mette con costanza.
Accanto a loro il trentacinquenne Gueye, e Rivali, Campogrande, l’italo-estone Treyer.
Per vincere Udine deve mettere la museruola a Montegranaro, l’attacco più forte del girone con 82,5 pezzi messi a segno di media partita; la squadra marchigiana tira meno bene da due, ma nettamente meglio da tre (30% contro 21% di Udine). Le altre statistiche sono più o meno sovrapponibili, con Udine che si fa preferire sotto canestro (grazie ai due califfi Chris e Ciccio, coadiuvati da Andrea Benevelli e Diop) e la Poderosa in palle sprecate (circa tre in meno a gara).
Udine può vincerla, ma deve giocare come contro Treviso: alternare il gioco d’attacco basso-alto, mettendo sotto pressione l’area pitturata dove obiettivamente il solo Amoroso può contrastare i califfi bianconeri. Dagli esterni mi attendo più difesa di quanto offerto a Bergamo, con l’eccezione del finale di secondo quarto e di tutto il terzo nei quali gli avversari hanno realizzato sette punti, di cui cinque dalla lunetta.
Udine deve vincerla, e la cornice sarà di certo di livello. La Poderosa ha un cammino in trasferta simile a quello di Udine: partita da vivere secondo dopo secondo.
Montegranaro, Trieste, Imola: trittico che ci dirà, finalmente, se Udine sarà in grado di volare alle finali di Coppa Italia. Dirigeranno i signori Pepponi, Dori e Maschietto; niente diretta televisiva, ma differita poco dopo la fine della gara su UdineseTV; noi ci saremo, con la diretta testuale per chi sarà avvitato alla sedia di una delle tante cene sociali, e (problemi tecnici permettendo) diretta streaming sulle frequenze di EffeRadio: toccherà ancora a me, con Davide Marchiol alla parte tecnica e le incursioni dell’amico Henry Turloni di Onde Furlane.