Due amichevoli di scarso interesse, Mancini ne approfitterà per studiare anche Pafundi
Quelle contro Albania e Austria si prospettano come due delle partite forse meno attrattive di sempre nella storia della nazionale italiana. L'Italia d'altro canto non andrà, di nuovo, ai Mondiali e affronterà in queste due amichevoli avversari anche poco blasonati, per quanto affrontare Le Aquile porti sempre ad incrociare tanti giocatori militanti in Serie A oltre all'attuale ct Edy Reja, ricordato sempre con affetto per le numerose avventure nella massima categoria del calcio nostrano. C'è un minimo comun denominatore tra le tre selezioni: nessuna sarà in Qatar. Un fattore che riduce al minimo i fari visto che tra pochi giorni scatterà la tanto chiacchierata rassegna iridata del 2022.
Il ct Roberto Mancini ha così scelto di convocare un po' di giocatori da conoscere meglio in vista dei prossimi impegni azzurri. D'altro canto il ct ha firmato un rinnovo di contratto fino al 2026, quindi c'è da organizzare la rosa che dovrà lottare per un altro Europeo e un altro Mondiale. La chiamata che più ha fatto rumore è sicuramente quella del classe 2006 dell'Udinese Simone Pafundi. Il nativo di Monfalcone è ancora un elemento della Primavera, al di là dell'esordio in Serie A l'anno scorso nell'ultima partita stagionale con la Salernitana (22 minuti per lui). Inevitabile dunque che la convocazione desti stupore a livello nazionale. Il ragazzo è forse anche però uno dei giovani più studiati del Belpaese, non a caso in estate è stato chiacchierato anche in ottica big europee e la famiglia Pozzo gli ha prolungato il contratto fino al 2025.
Calcolando che parliamo di due gare dallo scarsissimo interesse sportivo, studiare qualche giovane talento per il futuro dà sicuramente modo al ct Roberto Mancini almeno di dare un senso a questa due settimane. Pafundi rientra tra queste novità e vedremo se oltre agli allenamenti farà qualche minuto. Intanto il numero 10 sta cercando di risollevare la Primavera bianconera con gol e assist, 2 e 3 in 8 gare. Nelle esperienze con la nazionale U17 dell'Italia ha attirato l'attenzione e proprio così il tecnico ha spiegato la scelta di portarlo via per questa avventura: "Lo seguiamo da diversi anni, già dalle nazionali Under abbiamo visto grandi qualità. Pensiamo possa essere un grande giocatore in futuro, è giovane, l'avevamo già chiamato nello stage di giugno. Un po' come Zaniolo: è venuto da noi che non lo conosceva nessuno, ma tre mesi dopo era un altro giocatore. Volevamo tenerlo con noi per conoscerlo meglio".