De rerum Pozzo: alcune considerazioni sulle parole di Gino
Parla poco ma quando lo fa si nota eccome. Gino Pozzo ha rotto il lungo silenzio ed è tornato a parlare della sua Udinese, del campionato appena inziato e del futuro che sarà. Il numero uno bianconero, le cui dichiarazioni non sono mai banali, ha toccato diversi argomenti suscitando, come sempre, molte discussioni.
Anche in noi le sue parole hanno fatto scattare diversi pensieri. Pensieri che abbiamo raccolto in queste considerazioni.
L'ATTACCANTE DA 20 GOL "Siamo partiti con l’intenzione di tornare a essere l’Udinese che lancia i giovani, ma con l’acquisto di una punta “di nome” rischiavamo di mettere in secondo piano chi era già qui". Strategia mirata o solita scusa? Resta il dubbio. Sicuramente, a parole, le promesse erano altre. Certo è che Gino non avrebbe mai e poi mai speso a Udine 20 milioni per un attaccante, cosa che invece ha fatto al Watford con Gray. Si è preferito scommettere ancora una volta, solo il tempo ci dirà se sarà stata un mossa vincente. Anni fa avevamo Quagliarella, Di Natale, Pepe e Floro Flores, oltre ad un giovanissimo Sanchez. Quest'anno basteranno Bajic, Perica, Maxi e Lasagna?
LA PECORA NERA THEREAU "Lo volevo alla Di Natale, ma lui continuava a giocare di testa sua e con l’andare del tempo sarebbe stato un problema tenerlo. Un problema per Delneri". Perchè allora non venderlo prima? Serviva arrivare fino alla seconda di campionato per decidere il da farsi? Non si poteva anticipare i tempi di qualche mese così da permettere a Delneri di lavorare con altri giocatori? Programmazione, è questo forse che veramente è mancato negli ultimi anni. Quando i risultati arrivavano le squadre Gino Pozzo a giugno le aveva già fatte.
TIFOSI VERI E TIFOSI DA TASTIERA "Non do importanza alle osservazioni che arrivano dai tifosi da tastiera, quelli che non vengono neppure allo stadio e hanno una predispozione alle critiche. Invece do retta alle migliaia appassionati che ci ritroviamo al fianco ogni domenica: io rispondo a loro". Quindi quelli che vanno allo stadio non usano il computer e non commentano sui social? Quindi tutti coloro i quali spendono soldi per vedere la partita da casa non sono veri tifosi? Discorso che sinceramente facciamo fatica a capire. I social certe volte sono una giungla, è vero, ma il fronte della critica è stato ben più ampio dei leoni da tastiera. Per migliorare vanno ascoltate anche le critiche.
GIOVANI E MENO GIOVANI "Negli anni abbiamo cercato di cambiare un po’ pelle, di ingaggiare anche giocatori di esperienza per irrobustire la squadra. Sapete quale è stato uno degli investimenti più importanti? Kone. Adesso ditemi cosa ha dato Kone all’Udinese... Quando mi sono trovato davanti a una richiesta di circa 20 milioni per riavere Duvan Zapata ci ho pensato su e mi sono detto: è un bravo ragazzo, qui all’Udinese starebbe bene, ma non aumenterebbe il valore tecnico della squadra". Discorso che assolutamente non fa una piega. Se i giocatori già pronti sono tutti come il greco tutta la vita meglio un giovane. Stesso ragionamento vale per Zapata, il colombiano non vale tutti quei soldi. Meglio un affamato Bajic, meglio uno che ama la maglia come Perica.
5 - LA VALORIZZAZIONE "Lavoriamo sui giovani, è questa la nostra filosofia" e se ti chiami Udinese ci può stare. Far crescere giovani giocatori è un pregio, soprattutto se lo si fa per il futuro della squadra. Farli invece crescere come dei titoli in borsa da rivendere poi alla prima occasione utile al miglior offerente offerente è diverso. Giovani per il progetto o giovani per le plusvalenze?
DELNERI, TECNICO NON AZIENDALISTA "Non voglio un allenatore aziendalista, usi lui i giocatori come vuole per centrare i nostri obiettivi. Io voglio un allenatore che vince" Delneri avvisato. Ma se l'obiettivo è la crescita dei giovani vincere subito è cosa difficile. Al mister l'arduo compito di fare quadrare subito le cose. Crescita e punti, insieme è una missione riuscita a pochissimi.