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De Paul: "Il 10 sarà sempre e solo di Totò, vorrei incontrarlo. Ecco cosa mi chiede Iachini"

di Francesco Digilio

Numero 10 sulle spalle, voglia di fare bene e trascinare i compagni. Rodrigo De Paul è un ragazzo che, oltre alle grandi doti e qualità tecniche, ha mostrato sin da subito una grande maturità. Il fantasista argentino ha rilasciato una lugna intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando a tutto campo, non solo della sua avventura all'Udinese: "A Milano ci sono stato, con la mia compagna Camila, e forse rimarrò lunedì se andrà bene e risolveremo il problema del cane Rocky che sta con noi. E’ una grande emozione, contro il Milan ho giocato ma mai in questo stadio mitico. Iachini? Mi chiede di tirare. Con lo Spezia in coppa Italia ho fatto gol, ma con l’Empoli me lo diceva in continuazione. Il Valencia? Il primo anno con Nuno Espirito Santo ho fatto bene, anche in Champions. Mi dava fiducia. Il secondo con Gary Neville no. Lui preferiva Piatti, anche lui argentino. Così sono tornato al Racing grazie ad Ayala. Ricordate Ayala che ha giocato pure qui in Italia? Ha fatto il dirigente al Valencia e poi al Racing. Giocavo esterno d’attacco al Racing nel 4-3-3 ma anche trequartista, a me piace molto fare il trequartista, nasco così. Chi conosco in Serie A? Conoscevo bene Vazquez che però ora è andato via, abbiamo lo stesso procuratore, Fernando Cosentino. Di quelli che sono ora qui conosco Izco, Dybala e Banega che è davvero un grande trequartista. L'esordio in Liga? Un avversario del Siviglia mi teneva la maglia, ho cercato di divincolarmi e l’ho colpito non intenzionalmente all’occhio. Espulso e quattro giornate, tremendo. Ma poi ho sempre giocato. La Serie A è più difficile della Liga". Impossibile, poi, non parlare della numero 10, la maglia che indossa e che fino allo scorso anno apparteneva ad una leggenda come Totò Di Natale: "Il 10 mi è sempre piaciuto, l'ho usato tanto. Ce l'ho tatuato sul polpaccio, insieme all'altro mio numero preferito, il 20. Quando ho accettato la proposta dell'Udinese, ho chiesto alla società di poter prendere il 10. Quando mi è stato dato l'ok da parte di tutti, l'ho presa. E' una responsabilità pesante. Ma sia chiaro: io la uso, ma quella maglia sarà per tutta la vita la maglia di Totò Di Natale. Che vorrei incontrare e conoscere presto. Anzi, la proposta la faccio io: andiamo una sera a cena dall'amico comune Vincenzo e pago io".


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