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Dalla parte dei tifosi: "Totò resta ancora con noi!"

di Arianna Forabosco

~~Totò. Un nome. Una parola. Un’istituzione. Eravamo così abituati alla sua presenza che ora ci pare assurdo non poterlo più vedere indossare la maglia numero 10. Dodici anni son lunghi. Difficilmente si riesce a dimenticare in fretta un fuoriclasse. In fondo, si pensa sempre che certe persone non possano mai andarsene, che resteranno al loro posto per decenni. Immutate, sempre uguali, sempre capaci di farci sognare. Un’abitudine pericolosa, ma di cui non possiamo farne a meno. Perché, diciamolo, che vita sarebbe se ci limitassero a pensare solo ed esclusivamente a un futuro composto da ragazzotti stranieri che appena arrivati non vedono già l’ora di andarsene? Gente che spesso non ci capisce, che preferisce sventolare ai quattro venti le proprie ambizioni senza pensare a quanto abbiano dato per meritarselo. Che ci vedono solo come un ripiego temporaneo. Giovani a cui non balena mai il pensiero che pure i tifosi dell’Udinese abbiano due occhi per leggere le loro interviste e dichiarazioni. Ma, dopotutto, a chi interessa il nostro pensiero? Siamo quei brontoloni, freddi e criticoni che vengono sbattuti in prima pagina quando abbiamo la presunzione di accennare una protesta. Poco importa se poi piovono gli elogi quando cantiamo ogni domenica, oltre il risultato e le prestazioni imbarazzanti. O se anche dalla panchina bianconera ci filmano, dandoci il contentino. Grazie, la nostra forza siete voi. Siete stati i protagonisti di questa stagione difficile. Così dicono.

Sarebbe bello se davvero i microfoni e i riflettori fossero puntati per una volta su di noi, senza dover aver paura di incorrere in tagli e censure. Diremmo che l’Udinese siamo soprattutto noi, nel bene e nel male. Diremmo anche che abbiamo bisogno di giocatori in grado di affezionarsi alla nostra maglia e alla nostra terra. Certo, siamo una provinciale. Non possiamo competere con i soldi promessi dalle big e la prospettiva di vincere trofei. Ma possiamo promettere incondizionato affetto e gratitudine. Possiamo garantire una vita serena e rispetto alla privacy. Allo stesso tempo possiamo far sentire le persone importanti e fondamentali, elogiando e osannando sia l’uomo che il calciatore. Perché chi conquista la nostra fiducia lo tratteremo sempre come uno di noi. In questo periodo menzioneremmo soprattutto lui, quello scugnizzo napoletano che con le parole non è mai stato bravo, anche perché ha lasciato sempre parlare i fatti. Se potessimo recapitargli un messaggio gli diremmo di rimanere ancora con noi, in qualsiasi ruolo lui voglia. Da dirigente, da osservatore, da allenatore, da responsabile del settore giovanile. Semplicemente da Totò. Non importa la funzione per noi, anche se vorremmo che fosse una delle più importanti mai assegnate ad una bandiera. Per noi tifosi conta la persona. Conta vederlo ancora gironzolare per Udine e per i campi di allenamento del Bruseschi, giusto per dare un’occhiata ai nuovi arrivati. Ci basta sapere che è ancora fra noi, pronto a trasmettere un senso di appartenenza che oramai è difficile riscontrare in chi è solo di passaggio. Pronto a far capire che ci si può fermare anche in provincia, rinunciando ai milioni, a spiegare alle nuove leve cosa significhi veramente l'Udinese e i suoi tifosi. Perchè, si sa, lui sarebbe uno dei pochissimi a poterlo fare.


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