.

Coach Ramagli e l'identikit della nuova Apu: da 'Lollo' Penna ai profili americani

di Francesco Paissan

E’ passato già un mese dall’annuncio di Alessandro Ramagli per la panchina dell’Apu Gsa, un mese in cui si sono decise le sorti dei maggiori campionati nazionali e internazionali ma che, per la squadra friulana, è stato prevalentemente di riposo, soprattutto per i giocatori. La società ha lavorato eccome in queste settimane per fornire al tecnico di Livorno i primi nomi da scrivere sulla lavagna per costruire una squadra competitiva e vincente. Gli ultimi tre nomi ufficializzati hanno rinfoltito il reparto più “lungo”, con due ali come Antonutti e Fabi e un centro come Zilli mentre si attende solamente la comunicazione relativa all’arrivo di Amato come play e qualche indizio sui futuri “americani” che, con molta probabilità, saranno un centro e una guardia.

Nel frattempo, coach Ramagli è tornato a parlare qualche tempo dopo la sua presentazione e lo ha fatto alle ‘penne’ del Messaggero Veneto, alle quali ha subito espresso le sue prime impressioni relative alla nuova piazza che lo vedrà protagonista: “Udine non mi sembra il classico posto patinato dove c’è una tradizione e non si guarda all’innovazione. Questa è la fotografia più nitida che ho in mente. Qui si respira pallacanestro, ma senza restare legati al passato. Questo, a mio avviso, è un elemento accattivante, che rende tutto più dinamico: sono dell’idea che non si debba restare seduti su abitudini consolidate”. Tradizione, appunto, ma anche attaccamento al territorio come dimostrano le tre quote ‘friulane’ della futura Apu: “La verità è che noi abbiamo cercato determinati giocatori, cercando di far combaciare le due cose. Siamo riusciti a trovare un giusto compromesso. Dal punto di vista del pubblico penso che la cosa possa avere un impatto, specie in un posto dove l’attaccamento al territorio è molto sentito”. Friulano lo è Michele Antonutti, colpo di mercato che avrà sicuramente consolato l’ambiente bianconero dopo l’improvviso cambio di direzione di Stefan Nikolic: “Su Stefan avremmo fatto volentieri un certo tipo di lavoro: il suo addio è stato un fulmine a ciel sereno. Parlai con lui, gli illustrai un progetto in tre punti e lui mi disse sì per tre volte, poi ha fatto un’altra scelta. A quel punto per sostituirlo abbiamo cercato il giocatore giusto, Michele Antonutti lo è. È un giocatore diverso, ma lo è”. Ramagli ritroverà poi ‘Lollo’ Penna nel roster, con il quale ha condiviso la promozione in A con la Virtus: “Lollo è un giocatore maturo. Dopo l’anno alla Virtus ha fatto una stagione da titolare a Imola e una da co-titolare qui alla Gsa. Non inganni il fatto che non sarà nello starting five: avrà un minutaggio significativo e responsabilità importanti. È presto per parlare di consacrazione, ma mi aspetto un Penna in grande spolvero”. E gli americani? “Una guardia e un centro. La guardia dovrà essere un giocatore che aggiunge atletismo ed energia, anche dal punto di vista difensivo, a una squadra che ha qualità e conoscenza di gioco. Non aspettativi uno dal “trentello” facile, piuttosto uno con attitudine nell’uno contro uno. Se devo dividere il mondo fra tiratori e penetratori, allora dico che a noi serve uno che attacca il ferro. Il centro dovrà essere un “5” puro con caratteristiche adatte a questa categoria. Non un 2.13 dai piedi lenti, per capirci: lo voglio duttile, atletico e rimbalzista. Magari troviamo uno più bravo in post basso, oppure uno che gioca sia dentro che fuori dall’area. Se devo dividere il mondo in due fra tecnici e intensi, dico che ci serve uno intenso”.


Show Player
Altre notizie