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Cioffi, la pressione positiva e un Friuli che è sempre stato dalla parte dell'Udinese

di Stefano Pontoni

Non era mai accaduto che il tifo casalingo dell'Udinese divenisse oggetto di dibattito. Le parole post Lazio di Cioffi hanno fatto parecchio rumore, tanto che la Curva è arrivata perfino a "dedicare" uno striscione pungente al tecnico toscano. 

I tifosi friulani mettono troppa pressione sulle spalle dei giocatori, influenzando negativamente le loro performance? Sembra un tantino esagerato. Il sostegno appassionato dello stadio negli anni è sempre stato un elemento positivo, un motore di incoraggiamento e un fattore di distinzione. Insomma, Udine non è Roma o Napoli, a queste latitudini si può fare calcio in grande tranquillità.

Quello friulano, negli anni, si è dimostrato un ambiente sereno. Udine cittadina tranquilla, dove un calciatore può vivere normalmente la sua vita senza mai essere in alcun modo infastidito (non è un caso che qui siano parecchi gli ex ad aver piantato radici).

L'Udinese, la storia lo dimostra, ha sempre potuto contare su un sostegno appassionato dei suoi tifosi ma allo stesso tempo assai rispettoso. Anche nei momenti più difficili, quando la squadra si è trovata a lottare per la salvezza o a fronteggiare avversità sul campo, il tifo friulano è rimasto presente e vicino. Ovvio che dei fischi ci sono stati (come nell'ultimo periodo) ma il sostegno e l'unità non sono mai venuti a mancare. Basti guardare lunedì contro la Lazio, con più di cento friulani al seguito nonostante l'orario assai scomodo e tanta strada da fare.

Ciò che rende speciale il tifoso di Udine è quello di essere vero e proprio sostenitore della squadra a prescindere da tutto il resto. Magari borbottando per una classifica non troppo entusiasmante o per qualche prestazione sottotono ma sempre presente sugli spalti. Quello zoccolo duro c'è sempre stato, sia negli anni della Champions sia quando si lotta per non finire in B. Non solo, la tifoseria bianconera, cosa che non accade in altre piazze, è assai inclusiva. Anche le famiglie, i giovani e gli anziani si uniscono allo Curva per sostenere la propria squadra, creando quel senso di comunità che altrove invece è impossibile trovare. Una forma di identità condivisa e di orgoglio locale.

Al Friuli la pressione semmai allora può essere positiva, perché qui si incoraggiano i giocatori indipendentemente dall'esito della partita e eventuali contestazioni arrivano solo dopo il triplice fischio. Da questo atteggiamento l'Udinese non deve essere intimorita ma deve trarne fiducia e determinazione. Il calore e l'affetto del pubblico devono rappresentare quella spinta in più per superare ogni difficoltà. Il tifo casalingo può diventare così vantaggio competitivo, anziché un peso da sopportare.

Detto questo, sono sicuro che mister Cioffi non intendesse puntare il dito contro i tifosi ma sottolineare soltanto l'importanza di cogliere finalmente quella vittoria casalinga che manca ormai da troppo tempo. D'altronde più volte è stato lo stesso tecnico ad elogiare e a ringraziare il pubblico per il suo sostegno e la sua correttezza, tanto da definirlo "un tifo all'inglese". Il peso sono quei tre punti che al Friuli non arrivano, non una Curva e uno stadio che sempre faranno la loro parte. 

La fortuna di una piazza come Udine è che qui il legame tra squadra e tifosi è profondo e autentico. È questo il vero motivo che ci rende speciali.


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