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Cessione Udinese, lo stallo è sulla gestione sportiva: i Pozzo vogliono restare in stile Atalanta

di Stefano Pontoni

La trattativa tra l'Udinese Calcio e il fondo americano Guggenheim Partners è entrata in una fase di stallo. Nonostante sia stato raggiunto un accordo economico sul valore del club, attorno ai 200 milioni di euro, il vero nodo che rallenta l’operazione è di natura strategica e gestionale.

Il fondo guidato dal CEO Mark Walter, interessato all’acquisizione del 100% del pacchetto azionario, punta a controllare direttamente l’intero progetto sportivo. Una prospettiva che non convince del tutto la famiglia Pozzo, in particolare Gianpaolo e Gino, che preferirebbero mantenere una partecipazione di minoranza (attorno al 20%) e continuare a influenzare la direzione sportiva della società, come avviene nel caso dell’Atalanta con i Percassi.

Una posizione, quella del Paròn, ribadita pubblicamente nei giorni scorsi: l’idea sarebbe quella di fare da garanti del progetto bianconero, guidando la transizione con prudenza e continuando a occuparsi delle decisioni sportive almeno per le prossime due stagioni, fino al 2027. Un compromesso che però, al momento, non trova pieno accoglimento da parte del fondo americano, che starebbe spingendo per una governance autonoma e immediata.

Intanto, sul fronte mercato, Gino Pozzo e il direttore tecnico Gianluca Nani non si fermano: la società sta lavorando su cessioni importanti – in particolare Lucca, Bijol e Solet – per un valore complessivo che potrebbe sfiorare gli 80 milioni di euro. Un’attività intensa che dimostra come l’attuale proprietà non voglia rimanere ferma, in attesa di un possibile closing.

D’altra parte, è chiaro che l’incertezza non giova a nessuno: né al club, né ai tifosi, né tanto meno al tecnico Kosta Runjaic, riconfermato in panchina e in attesa di indicazioni chiare sulla squadra da costruire.


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