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Caro capitano, sei proprio sicuro che la fascia non ti interessi?

di Alessandro Rutar

Correva il giorno 13 marzo 2016, data in cui l'Udinese metteva in scena l'ennesima scialba prestazione di una stagione nata sotto l'egida della nuova e gloriosa Dacia Arena, ma che alla fine dei conti di gloria, come sappiamo, ne ha raccolta ben poca. 13 marzo dicevamo, l'avversaria era la ritrovata Roma di Spalletti, squadra difficile da affrontare ma simbolo in quel momento della classica goccia che fa traboccare il vaso. Gli uomini di Colantuono arrivavano da una sola vittoria nelle ultime undici gare giocate, con una tensione in campo e fuori che cresceva ad ogni risultato mancato. Fino all'episodio: l'arbitro fischia la fine della gara, Udinese-Roma 1-2. I giocatori si dirigono verso la curva per salutare i tifosi: il pubblico non riesce a capire quale sia il problema per quei ragazzi che nel corso degli anni hanno saputo regalare prestazioni ottime, specie la difesa che nella prima metà della stagione precedente aveva stupito più e più volte addetti ai lavori e non solo. Parte la contestazione e la tensione accumulata fin qui esplode in rabbia: Danilo, simbolo di quella difesa, affronta a muso duro gli ultras e viene portato via a forza negli spogliatoi, incrinando in modo forse indelebile un rapporto già duramente provato fino a quel momento. 

Terminata la premessa, lunga ma obbligata, veniamo ai fatti più recenti: 24 luglio, molte cose sono cambiate, a partire dall'allenatore, ma anche e soprattutto la filosofia societaria. "Il Sudamerica tornerà a essere il nostro bacino" veniva dichiarato all'inizio del calciomercato, promessa ad oggi mantenuta e che si spera possa rappresentare la strada giusta. E quali occasioni migliori delle amichevoli estive per testare i nuovi arrivati? Così, capita che durante una domenica estiva l'Udinese vinca e convinca (per quello che può valere a questo punto della preparazione) contro l'Al-Ain con un netto 3-0, con i nuovi sopra gli scudi, ma... Ma quella frattura, nata più di quattro mesi fa, continua ad essere viva e dolorosa nei tifosi. Danilo quest'anno è la prima scelta come capitano, ma il brasiliano non gioca neanche un minuto, essendo sceso in campo per tutta la partita del giorno prima, I tifosi lo prendono ugualmente di mira. Non accettano che dopo due bandiere come Di Natale e Domizzi la fascia di capitano vada a lui, un giocatore con il quale non sentono di avere il minimo rapporto e il cui atteggiamento in quel maledetto 13 marzo equivale a un affronto insanabile per una tifoseria passionale come quella friulana. A nulla è valso il nuovo confronto tra le parti, la situazione resta nebulosa: d'altronde, se è vero come pare che il giocatore abbia dichiarato "Della fascia di capitano non mi interessa", difficilmente agli occhi dei sostenitori il giocatore potrà mai rappresentare i loro colori. Iachini e Bonato hanno fatto la loro parte, hanno provato dopo questa nuova uscita a vuoto del neo-capitano a far capire ai tifosi come Danilo metta sempre l'anima in allenamento e in campo, senza però giustificare il suo comportamento.

Quali saranno le decisioni societarie non possiamo prevederlo, sicuramente il malumore del gruppo dei supporters, sempre presenti nel bene e nel male, va tenuto in grande considerazione. Allo stesso modo non sappiamo se Felipe, invocato a gran voce, possa essere un capitano migliore di Danilo. L'unica cosa che sappiamo per certo è che se dopo anni di militanza in un club riesci ad ottenere quella fascia, per la quale tu rappresenti non solo i tuoi compagni ma anche i colori che indossi, le centinaia di persone che lavorano dietro di te e le migliaia di tifosi che ogni domenica siedono intorno a te, e di questa fascia dichiari che non ti interessa, allora forse dovresti essere tu il primo a decidere di lasciarla a qualcun altro, che magari per quella fascia lotta e per cui quella fascia rappresenta un onore e non un fardello carico di insofferenza e sconveniente arroganza. Detto ciò, confidiamo ugualmente che la vicenda possa risolversi nel migliore dei modi per entrambi i soggetti coinvolti, un passo indietro è consigliabile in nome di una riconciliazione che può solo che giovare all'ambiente, in vista di una stagione cruciale per cancellare i fantasmi del passato e iniziare a consegnare alla Dacia Arena quella gloria che merita.


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