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A.P.U. – Vu Nere: bentornato grande basket

di Franco Canciani

Otto febbraio 2009: al Carnera va in scena l’ultimo scontro Udine-Virtus Bologna in Serie A. Vinceranno gli ospiti, e largamente: i bianconeri bolognesi targati LaFortezza arriveranno quinti in regolar season ma usciranno subito dai playoff contro Treviso; Udine, assieme all’altra formazione felsinea, retrocederà in Legadue da ultima in classifica, dal basso delle sei vittorie ottenute da Caja (una)e da Meo Sacchetti (cinque); toccherà al generoso e nobile professor Mario Blasone traghettarci in seconda lega (vincendone purtroppo zero, campionato già ampiamente compromesso).

Era la Snaidero di Rashad Anderson, Ben Ortner e dei mille avvicendamenti durante la stagione: a memoria cito Allen-II, un lettone dimenticabile; e Joe Forte ed il vecchio mestierante Jermaine Jackson. Erano gli arancioni di un Di Giuliomaria pronto ad andarsene a Venezia e del giovanissimo Antonutti. Di lì a due stagioni la truppa di Garelli sarebbe stata l’ultima Pallalcesto snaiderina, prima dell’esordio dell’attuale A.P.U.

Inutile descrivere la formazione diretta da coach Ramagli, il quale recupera al roster (sebbene non in perfette condizioni) il gladiatore italo-albanese Klaudio Ndoja. Trentunenne dal passato tutto italiano fra franchigie come Borgomanero, Scafati e  Mantova, ha una storia che narra come un tredicenne, a metà anni ’90, arrivi in Italia da Scutari su un gommone di clandestini. Uno schiaffo al razzismo, e bravo Klaudio.

Arruolabile anche il play Gabriele Spizzichini, romano ma prodotto del vivaio virtussino; dopo qualche anno in giro per l’Italia, è tornato quest’anno a dirigere le operazioni per le “Vu Nere”. Non molti punti ma tanto fosforo a disposizione di Alex Ramagli.

Squadra esperta, quella del Presidente Alberto Bucci: basti considerare l’ala grande Andrea Michelori, trentottenne milanese che all’occorrenza (coi suoi centoquindici chili) può concorrere a qualche lampadina svitata, tornato a Bologna dopo un lungo girovagare in serie A, fra Cantù, Siena, Caserta e Biella. Trascorso l’ultimo anno a Verona, rientra alla Virtus dove per la tifoseria è un idolo. A febbraio 2007,  durante la finale di Coppa Italia contro la Benetton Treviso disputatasi proprio al Palasport di Casalecchio, Andrea sbagliò alla fine della partita quattro liberi risultati decisivi per la sconfitta (65-67) della sua VidiVici Bologna; proprio in virtù di tale disavventura la curva gli dedicò uno storico coro.

Diversa è stata la scelta della coppia “straniera” rispetto a quella decisa dal dynamic duo Pedone&Micalich e da coach Lardo: come play-guardia è stato firmato l’americano di passaporto nigeriano Chukwuma Umeh, compagno di Stan Okoye alle recenti Olimpiadi di Rio in maglia biancoverde. Tanti punti nelle mani durante le sue passate stagioni italiane (Trento e Verona), nelle prime cinque gare in maglia Virtus ha totalizzato 87 punti (la Segafredo ha giocato una partita in meno del resto del girone, assieme alla DeLonghi Treviso). L’altro americano non è una guardia, ma il potentissimo centro Kenny Lawson.  Californiano di 208 centimetri e 120 chili di peso, l’assistito di Neil Rosenhein dopo il diploma a Creighton (dove ha con onore difeso i colori dei Bluejays) ha intrapreso un giro del mondo, che lo ha portato dalla Corea alla Spagna, passando per gli Energy di DesMoines (D-League) e soprattutto per diverse franchigie in Israele, dove il suo agente è particolarmente apprezzato. Dominatore sotto le plance, l’anno passato a Recanati chiuse con oltre 20 punti e 10 rimbalzi di media; quest’anno in cinque gare si conferma, con 22 punti e 10 carambole a partita. Osso durissimo per i lunghi friulani, ancora alla ricerca della miglior condizione e convinzione.

La GSA annovera poi tre “ex” virtussini per i quali di certo non sarà una gara come le altre. Supergino Cuccarolo arriva proprio da Bologna, dove in due campionati mostrò ben di più di quanto ha fatto vedere in questo primo scorcio di campionato a Udine. Lino Lardo, amatissimo coach friulano, allenò la Virtus per due stagioni fra 2009 e 2011 prima di accasarsi a Roma. Infine il dente avvelenato di Allan Ray: anche lui proviene dalle Vu Nere, dove negli ultimi due campionati ha impressionato con 17 punti di media partita in una ultra-competitiva serie A. Accantonato dai felsinei dopo la retrocessione, si è trovato a doversi allenare da solo a Las Vegas prima che Micalich lo chiamasse a esaltare il pubblico friulano. Il prodotto di ‘Nova University, giocando ancora al 40% del proprio potenziale, ha mostrato i tratti somatici del campione ed un carattere da uomo squadra, con buona pace di chi piange per qualche graffio ad una porta... Diciamoci la verità: Allan ha trentadue anni e me lo godo quest’anno poiché, se continuerà nel suo percorso di crescita, l’anno prossimo avrà diverse richieste da formazioni da Eurolega. Riempiamoci gli occhi finché si può.

Una gara-chiave, insomma. Che si giocherà davanti al tutto esaurito del PalaLongobardi di Cividale, gremito in ogni ordine di posti dai bianchineri friulani a cui si aggiungeranno 150 supporter virtussini. Si parla di una coreografia che coinvolgerà, partendo dalla curva del Settore D, tutto lo stadio in bianchenero (di casa). Ma fatti i dovuti ringraziamenti a Cividale che ci ospita, in queste grandissime occasioni manca ancor di più l’arena del Carnera, quei 3850 posti che sarebbero divenuti un catino ribollente di passione. Pazienza: facciamo tremare il palazzetto, con la correttezza anche verbale che deve caratterizzare lo sport vero.

 


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