Andrea Coda, scaricato senza troppi ripensamenti, ma che per la maglia dava molto più di altri
Sono tanti i calciatori che la società ha mandato via in modo controverso in questi ultimi anni. L'ultimissimo esempio lo si ha avuto con Faraoni, messo fuori rosa, riportato in squadra da Delneri, che lo ha fatto recuperare dall'infortunio e lo ha anche rimesso in campo. Poi l'ennesimo infortunio è stata la scusa giusta per scaricarlo addirittura a titolo gratuito, dopo che metà del suo cartellino era stato inserito nella trattativa per mandare Handanovic all'Inter e che l'altra metà era stata riscattata (certamente non a zero). In tutta risposta il ragazzo non solo a Crotone (squadra a pari punti con noi, quindi forse il divario in realtà non è così ampio) ha ritrovato il posto da titolare fisso, ma nello scontro diretto al Friuli ha segnato allo scadere il gol vittoria per gli squali. Visto il trattamento ricevuto (per un periodo è stato praticamente isolato dal resto della squadra), giusto così.
La premessa mi è servita per parlare di un caso per certi versi simile. Visto che stiamo parlando ultimamente del passato, anche perchè del presente è meglio non parlare e bisogna attendere gli eventi prima di poter dire effettivamente qualcosa, non può non tornare in mente un altro giocatore che ci teneva al suo mestiere e che è stato scaricato per gli infortunii. Solo che in questo caso parliamo di un ragazzo che la maglia bianconera l'aveva vestita più di 150 volte, diventando un punto di riferimento in spogliatoio. Parlo di Andrea Coda.
Il difensore arrivò dall'Empoli quando aveva 21 anni, era uno dei talenti più interessanti del campionato e infatti era stabilmente nelle selezioni giovanili della Nazionale. Una serie di stagioni passate da prima riserva della difesa fecero pensare che potesse essere un futuro pilastro, ma purtroppo gli infortunii ne condizionarono fortemente la crescita, tarpandogli spesso le ali proprio sul più bello. Una cosa però è certa, ogni volta che rientrava da un problema fisico, il ragazzo dava poi il massimo in campo e se l'allenatore faceva scelte diverse non fiatava. Rifiutò infatti di andare a fare il titolare nel neopromosso Bari nell'estate del 2010 per restare nella squadra che lo aveva lanciato in Europa e gli aveva fatto stabilmente respirare la Serie A. Un esempio da seguire soprattutto per i tanti giovani stranieri che arrivano costantemente a Udine e infatti la società nel gennaio del 2013 ha deciso di premiare questa sua gratitudine verso l'Udinese, spedendolo prima al Parma in prestito e poi scaricandolo letteralmente alla Sampdoria nell'affare Muriel.
Sicuramente gli infortunii lo hanno limitato nella crescita, di certo ci si aspettava di più da lui, certo è che forse un po' di pazienza e gratitudine in più nei confronti di chi cerca di fare effettivamente il bene dell'Udinese non guasterebbe e Coda è uno dei classici esempi di giocatori che in spogliatoio avrebbero fatto molto comodo in questo periodo in cui la squadra sembra così sfilacciata. Un'altro di quei giocatori che avrebbero meritato di più, almeno a livello di comportamento nei suoi confronti.