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Addio Samardzic, storia di un amore mai veramente sbocciato

di Gabriele Foschiatti

Lazar Samardzic non è più un giocatore dell'Udinese. L'Atalanta si è assicurato il cartellino del serbo con un'operazione di prestito con obbligo di riscatto vicina ai 25 milioni di euro. Una cifra importante, che però lascia l'impressione di non racchiudere pienamente il talento del numero 24. Di certo però ne descrive alla perfezione una caratteristica: l'incompiutezza.

Già, perché la sensazione è che Samardzic in Friuli non abbia mai espresso pienamente il proprio potenziale. Nonostante la giovanissima età infatti il ragazzo nativo di Berlino ha già dato prova di poter essere un assoluto fuoriclasse. Arrivato all'Udinese dal Redbull Lipsia nel 2021/22 per appena 3 milioni di euro, il classe 2002 aveva alle spalle una caterva di gol realizzati nelle giovanili dell'Herta Berlino e ci ha messo pochissimo a ingranare. Nella prima stagione ha segnato 2 gol e 2 assist in appena 470 minuti di gioco. L'anno dopo ha raddoppiato: 5 gol e 4 assist, questa volta con un minutaggio più congruo e sulla schiena la scritta "predestinato". 

La stagione 2023/24 era attesa da tutti come quella del definitivo salto di qualità. Poi i rumors di mercato, con la cessione all'Inter saltata in extremis per via del papà/procuratore e l'impressione che per lui rimanere a Udine sia stata una scelta di serie B. A ciò si sono aggiunte le difficoltà dei friulani, incappati in una spirale apparentemente senza uscita. Una situazione che è finita col complicare ancor di più la vita al serbo, che nonostante le difficoltà aveva trovato il modo di dimostrare che la classe di certo non gli mancava. Indimenticabile quel gol, tanto bello quanto inutile, con Sottil in panchina contro il Napoli: dribbling in mezzo a 5 e colpo di punta a battere Meret.

Manca però lo step in più, quella fame che contraddistingue i grandissimi e fa loro spaccare il mondo, trascinandosi i compagni sulle spalle. La cura Cioffi non lo aiuta: il tecnico toscano prova a impiegarlo come interno di centrocampo, ma la scelta non paga e finisce addirittura in panchina, lui che con quel talento doveva essere il trascinatore della squadra. Con Cannavaro la musica sembra tornare quella giusta: gol al Lecce e rigore pesantissimo a bersaglio contro l'Empoli, dopo che dall'altra parte era stato proprio lui a causare il penalty realizzato da Niang. Ma non basta. Un Europeo sotto tono, poi le voci di mercato che tornano ad impazzare: prima il Milan e ora l'Atalanta, che finalmente mette fine ai rumors e si assicura il giocatore. Ora tocca a Gasperini tirare fuori da lui tutto il suo potenziale. A Udine non ci sono riusciti, forse perché lui non ci ha creduto abbastanza.


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