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Udinese, l'opinione di Tavian: "Mi fido degli scout bianconeri. A Sottil va dato tempo"

di Stefano Pontoni

Tre giornate e due punti in classifica. Questo il bilancio alla prima sosta della stagione. C'è da preoccuparsi oppure serve solo un po' pazienza per tornare a vedere la vera Udinese? Lo abbiamo chiesto agli esperti. Partiamo con l'allenatore e opinionista della tv ufficiale del club bianconero Marco Tavian.

Come hai visto l'Udinese in queste prime tre giornate?

"Certo che siamo amareggiati, nessuno di noi è andato a casa sabato contento di quello che ha visto. Lo scouting è sempre lo stesso, quello che ha portato due estati fa a Udine Udogie. L'Udinese è riuscita sempre a scoprire giocatori importanti, per questo gli va data fiducia. È presto dare un giudizio. Dopo tre partite non puoi avere chiaro quali sono le potenzialità della squadra. Ricordo una partenza falsa anche con Guidolin, bastò una vittoria all'ultimo minuto contro il Cesena per ridare slancio ad una squadra che poi centrò la Champions. L'Udinese oggi è un cantiere aperto, è iniziato un nuovo ciclo. Ci sono tanti volti nuovi in posiziono chiave della formazione. Un inizio con delle difficoltà era preventivaibile visti i tanti cambiamenti, bisogna attendere ancora un po' prima di dare una valutazione completa".

Il mercato è stato sufficiente a compensare le uscite di questa estate?

"Sono arrivati 15 giocatori e ne abbiamo visti all'opera 4 o 5. Quindi devo fidarmi del reparto scouting, che se li hanno presi un motivo ci sarà. C'è bisogno di tempo per permettere all'allenatore di conoscerli, perché quattro giocatori sono stati presi l'ultimo giorno. Lucca mi piace molto, in prospettiva tatticamente e tecnicamente può essere superiore a Beto. Il lavoro della punta, fare sponde e attaccare la profondità, lo sa fare benissimo, poi è chiaro che alla punta chiediamo di fare anche gol. Ricordiamo che è un millennial, nonostante abbia già fatto un'importante esperienza all'estero con l'Ajax".

Chi sono i punti di riferimento di questa nuova Udinese?

"I punti di riferimento sono la spina dorsale: Silvestri, Bijol, Walace e ci metto anche Lovric. Fossi l'allenatore dell'Udinese chiederei a questi giocatori di dare un qualcosa in più, sia per capacità che per esperienza. Sono loro i punti di riferimento. Devono aiutare i nuovi arrivati ad ambientarsi in un nuovo ambiente". 

A cosa possono ambire i bianconeri in questa stagione?

"Prima di avere delle ambizioni bisogna conoscere la rosa in maniera approfondita. Penso che l'Udinese abbia sempre l'ambizione di fare un buon campionato riconoscendo che ci sono delle città più importanti di noi e con una potenza economica nettamente superiore". 

Per concludere un commento su Pafundi: dopo il rinnovo può essere arrivato il momento giusto per lui?

"Il ragazzo ha grandi qualità, personalità e tecnica individuale. Ma ha solo un problema: il fisico che in Serie A non è ancora pronto. Ha 17 anni, quindi può ancora crescere. Ha colpi grande calciatore ma la struttura fisica fa la differenza nel campionato italiano. Mi auguro che lavori con pazienza con l'obiettivo di mettere dei dubbi in testa all'allenatore". 


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