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ESCLUSIVA TU - Il presidente della Manzanese Fabbro: "Prima di tutto la salute ma i risultati ottenuti sul campo vanno tutelati"

di Stefano Pontoni

Non ci sono soltanto la Serie A e la Serie B, a risentirne maggiormente di questo momento davvero complicato c'è sicuramente tutto il calcio dilettantistico, a cominciare dall'Eccellenza. In testa alla categoria regina del calcio regionale la Manzanese. 51 punti in classifica, +4 sul Torviscosa e quel sogno chiamato Serie D che ora è in bilico. 

"Ora dobbiamo pensare prima di tutto alla salute. Capita la gravità dell’emergenza e il calcio giustamente è stato messo in secondo piano. Adesso la priorità è vincere la partita contro il virus, soltanto dopo potremo pensare a tornare in campo” ci spiega il presidente orange Filippo Fabbro. 

La vostra idea: ricominciare il campionato o no?
“Ovviamente ci troviamo di fronte ad uno scenario inedito, nessuno avrebbe mai potuto ipotizzare una situazione del genere. Ci adegueremo alle decisioni del Governo, della Regione e degli organi federali. Prima di ripartire va tutelata la salute delle persone. C’è da considerare la sicurezza e l’incolumità di chi va ogni giorno al campo".

La classifica al momento vi vede al primo posto. Così sareste promossi in D.
“In questo momento siamo primi. Sono sincero, per noi sarebbe ingiusto che il campionato venisse annullato. Ritengo che sia doveroso da parte dalla Federazione tutelare i risultati raggiunti. Si è giocata gran parte della stagione e non sarebbe del tutto corretto cancellare ciò che è stato fatto fino ad oggi. Ovviamente, ripeto, per completare la stagione servono determinate condizioni. Altrimenti, se il campionato dovesse essere sospeso definitivamente servirà trovare una formula che possa accontentare tutti. I risultati che sono stati ottenuti vanno in qualche salvaguardati". 

Avete avuto delle rassicurazioni da parte della Federazione?

"Ha parlato personalmente con il presidente della FIGC regionale Ermes Canciani, il quale però non mi ha potuto dare delle riposte precise. Ad oggi non ci sono delle direttive, il futuro resta ancora assai nebuloso. Dobbiamo attendere l'evolversi della situazione. C'è preoccupazione, non vi è dubbio. Serve che la Federazione faccia sentire concretamente la propria vicinanza ai tanti club che fino ad oggi non hanno avuto alcuna garanzia sul futuro".

Il momento così delicato può essere un’occasione per nuove riforme, per sistemare i tanti errori che anche il calcio dilettantistico ha compiuto?

“Solitamente nelle crisi emergono le idee che ti permettono di andare avanti. Dovrebbe essere il momento per una riforma, per apporre dei correttivi. Sento tante belle parole in questi giorni alle quali però devono susseguire anche dei fatti. Fino ad oggi si è predicato bene ma poi si è sempre razzolato male. Bisogna usare la logica, tutti dobbiamo capire che il calcio così non può andare andare avanti. Servono delle regole, serve che ci sia alla base un progetto diverso. Dobbiamo ragionare in una logica di collettività altrimenti il futuro rischia di essere per tutti assai incerto".


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