ESCLUSIVA TU - Floro Flores: "Volevo chiudere la carriera con la maglia dell'Udinese addosso"
Approdato all'Udinese il 14 giugno 2007 dopo essere stato prelevato dai Pozzo dall'Arezzo, Antonio Floro Floros formò un tridente straordinario con Di Natale e Quagliarella. Rimase in Friuli per tre anni, prima di passare al Genoa nel gennaio 2011. Poi il ritorno in bianconero fino al termine della stagione 2012. In totale, Floro, così come lo chiamano i tifosi, ha giocato 140 partite, siglando 26 reti, alcune di questi in serata indimenticabili per la storia bianconera.
Antonio, "Toni" per gli amici, ci ha raccontato un po' tutta la avventura nel mondo del calcio, partendo da quando era uno dei tanti "scugnizzi": "Sono cresciuto nel Rione Traiano, quartiere di Napoli, e si sa che da noi non ci sono tante scelte. Avevo 10-11 anni quando sono entrato per la prima volta in una scuola calcio, l'Atletico Toledo. Poi arrivò la chiamata del Posillipo, un'altra scuola calcio, che mi ha cambiato la vita, portandomi tra mille peripezie prima al Napoli e poi in giro per l'Italia. Ho sempre saputo che la mia unica strada era il calcio".
Poi finalmente la Seria A, con la chiamata dall'Udinese e il sogno che si avvera: "Grazie all'Udinese sono arrivato nel calcio che conta. A Udine ho iniziato ad esprimermi veramente come calciatore. Sono molto legato a questa maglia e a questa terra".
Tanti i ricordi che gli ritornano in mente ripensando ai suoi anni in bianconero: "Ce ne sono tanti davvero. Il debutto, il primo gol in A con la maglia dell'Udinese contro il Torino di testa, poi la partite di Coppa Uefa, fra tutte quella indimenticabile di Dortmund. Quella in Europa fu per me un'annata favolosa, ricca di momenti che mi porterò sempre dentro il cuore. Il meglio di me qui l'ho dato con Marino in panchina, con lui ero riuscito a diventare un giocatore importante in un gruppo che ha fatto qualcosa di indelebile. Io, Pinzi, Domizzi, Quagliarella, che squadra".
Da lì è nato un legame inscindibile con il Friuli: "Ho sempre dato tutto per i miei tifosi. Quando lasci una traccia importante è difficile che tu lo possa dimenticare. Mi sento legato a questa terra, sono friulano anche io perché ho scelto di vivere qua, perché qui ho gli amici e perché qui sono cresciuti i miei figli".
Un rapporto talmente forte e viscerale che anche calcisticamente non avrebbe mai voluto interrompere: "E' stata una brutta separazione. La mia intezione era di smettere con la maglia dell'Udinese addosso. Peccato che Guidolin si sia messo di mezzo. Non mi ha mai fatto sentire parte della sua squadra, mi sentivo messo da parte. Accettai perfino di andare a Granada con la speranza di tornare a Udine ma poi la società ha avuto altre esigenze"
Floro però sogna ancora il ritorno: "All'Udinese stavo benissimo, mi piacerebbe davvero poter tornare perché la sento davvero come casa mia. Ora però non hanno più bisogno di me ed è anche giusto che ognugno faccia la sua strada. Al Chievo mi trovo bene, è una società tranquilla che ti permette di crescere e di migliorare. Chissà magari un giorno con qualche altro ruolo ma per ora mi voglio anche godere questo momento in cui gioco ancora. Udine però per me resterà sempre il pensiero più bello".