ESCLUSIVA TU - Claudio Pasqualin: "Non serve l'allenatore straniero, punterei su Nicola, ma la società deve cambiare strategia"
A SpazioSport, in onda ogni lunedì mattina dalle 11 alle 12 sulle frequenze di Radio Spazio, è intervenuto l'agente Claudio Pasqualin. Queste le dichiarazioni che ci ha rilasciato in esclusiva.
Si parte subito con la scelta dell'allenatore, che probabilmente sarà straniero, ma Pasqualin ha un suggerimento: “Purtroppo l’esterofilia è rimasta, non si vuole andare verso l’italianizzazione di quella che io ho definito in passato un’accozzaglia di giocatori stranieri. La sensazione è che non ci sarà l’inversione di tendenza che porterebbe ai Pozzo l’affetto della gente, che dopo 30 anni sta scricchiolando. Io di alcuni giocatori non so nemmeno la provenienza, ma non mi interessa, io esercito il mio tifo sentendo che appartengo ancora molto a una comunità, ma affido molto meno volentieri la mia comunità a giocatori che vengono da chissà dove. Non dico debbano essere tutti come Scuffet, perché poi emerge anche il lato tecnico, ma di quei giocatori che abbiamo avuto quest’anno si poteva fare tranquillamente a meno. La sensazione è che ormai ci si accontenti della salvezza, tutti i bravi e avanti così. Bisognerebbe affidarsi innanzitutto a un allenatore italiano, io lavoro come agente, a volte ho idee banali, altre geniali. Ultimamente mi sono spesso mi sono intrattenuto con Nicola, che mi ha stregato. È stato un buon giocatore, è un buon allenatore, è stato segnato da una brutta vicenda personale che ha saputo superare, fossi in Pozzo ci farei una chiacchierata. Però in ottica business si andranno a cercare profili esteri e arriveranno giocatori semi sconosciuti come solito”.
Il momento che sta vivendo l'Udinese potrebbe non portare alcuni tecnici ad accettare la panchina, ma l'avvocato non è d'accordo: “Udine è una piazza prestigiosa, è da anni in Serie A, ha fatto le Coppe, è conosciuta in Europa, ha una proprietà importante, ma anche ingombrante, ecco questo può essere un limite, però se la squadra va e se hai mano libera per scegliere i giocatori poi i risultati arrivano. Poi a Udine come tante altri posti i giocatori non li scelgono gli allenatori, ormai c’è un concetto aziendalistico, che Gino Pozzo sia più a Londra che ad Udine è un dato di fatto. Io nell’Udinese vedo tanta gente che fa e disfa, però i ruoli principali sono quello del direttore generale, che è Franco Collavino, che io conosco, e il direttore sportivo che è Manuel Gerolin. Gli altri chi sono? Cosa fanno? C’è tanta gente che frequenta la sede e che non ne avrebbe titolo. Funzionava così anche quando le cose andavano bene, ma quando non vanno poi bisogna apportare correttivi. Gino credo che farebbe bene a ripensare un attimo ai suoi collaboratori”.
Sui contatti con i bianconeri: “È da un po’ che non sento l’Udinese. Mi ha chiamato Giuliana Pozzo. Al tempo ebbe l’idea di indicarmi come presidente della Onlus Udinese per la Vita, che ha compiuto recentemente 20 anni e io le ho scritto in questa celebrazione che mi sentivo in dovere di ringraziarla per avermi fatto sentire un uomo migliore. La vita è questa, anche io andando avanti con gli anni perdo l’entusiasmo e anche mio figlio Luca e il mio socio D’Amico hanno sempre meno rapporti con l’Udinese, perché la ruota gira. Sono io un pochino in difetto, all’epoca mi davano retta. Non è una medaglia che posso dire di appuntarmi sul petto, ma ricordo il viaggio per andare a prendere Emam per la squadra. Poi si fece comunque un affare, perché fecero comunque una plusvalenza. Avendo l’età che ho semplicemente mi sono fatto un po’ da parte”.
Ultimamente si è parlato di Mandragora e Cerri, ma la richiesta della Juventus pare aggirarsi complessivamente intorno ai 30 milioni. Si fa anche il nome di Favilli: “Le cifre sono quelle, sicuramente i prezzi dei giocatori italiani sono saliti tanto, forse troppo e questa è la giustificazione che portano i Pozzo, che ci sta. Però credo che con una trattativa “feroce” si possano portare via entrambi sotto i 10 milioni. Su Favilli non so quanto ci sia di mediatico e quanto effettivamente di talento, lo osserverei ancora un po’. Però per Lasagna dissi che era un buon elemento, non pensavo mai che sarebbe diventato titolare e che avrebbe potuto fare il campionato che ha fatto. L’Udinese dovrebbe prendere i giocatori che un buon giovane allenatore gli suggerisce, violando il dogma proprietario che vede l’allenatore come semplice aziendalista”.
Chiusura con un'ultima parola sulla situazione allenatore e il mercato calciatori: “Gino è sempre stato molto attento e competente, ha i suoi criteri, anche lui ha occhio. Anche Oddo andrebbe rivalutato, era capace, farà una buona carriera. Per il mercato in uscita quello dei Pozzo è un mercato globale, se si accontenteranno riusciranno a piazzare chi vogliono, ma stanno constatando che i Sanchez e i Di Natale non ci sono”.