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Una bella iniezione di fiducia nonostante la sconfitta

di Davide Rampazzo

Se non si fosse fatto male Benatia, avremmo potuto scrivere di una bella serata di sport. Paradossale per una squadra che saluta la competizione europea con la quarta sconfitta di fila ma realistico per quanto visto in campo. Intanto per l'esperimento tattico che è piaciuto, con il 4-4-1-1 l'impressione è che la squadra abbia coperto meglio gli spazi e sia riuscita a contenere di più, al cospetto di una squadra forzata ad un solo risultato. Poi per la formazione schierata da Guidolin, la migliore (al netto di Di Natale) considerando le attuali forze e fortemente intenzionata ad ostacolare il cammino dei Reds, una bella iniezione di sportività che non può che far bene all'intero movimento. Quindi il ritorno di Pinzi, un po' balbettante e concluso con una grande emicrania ma comunque positivo per l'economia della squadra. Infine il record di Di Natale, inseguito, coccolato e raggiunto con l'ingresso all'86esimo minuto. 33 presenze in Europa con la maglia dell'Udinese per lui (onorate da ben 15 gol), un record da condividere con Bertotto ma da superare al più presto. Sì perché l'Udinese può e deve credere di poter entrare nuovamente in Europa superando agevolmente l'obiettivo minimo con un pelo di ipocrisia fissato nella salvezza. C'è la via del campionato o anche della Coppa Italia, da onorare al massimo delle forze per poter giungere al traguardo diretto.
E' un obiettivo fattibile perché anche nella giornata di ieri la squadra, pur con i difetti cronici più volte rimarcati in queste settimane e con gli errori in fase di costruzione lista che hanno deturpato il potenziale teorico oltre al numero davvero esagerato di infortunati, ha tenuto testa al Liverpool con coraggio e dignità e ha sfiorato al 94esimo il clamoroso pareggio. 

Per quanto concerne il cammino europeo, è evidente che resta un pizzico d'amarezza: ha ragione parzialmente a parlare di girone da "Champions League", il Liverpool e l'Anzhi al massimo delle forze sarebbero squadre che giocherebbero una dignitosa Champions ma spesso sono state deturpate da un turnover massiccio e i primi 4 punti contro di loro con la vittoria clamorosa ad Anfield dovevano necessariamente essere seguiti dalla qualificazione alla fase successiva. La partita chiave è stata la sciagurata trasferta di Berna, come rimarcato dal ds Larini: una partita in cui l'Udinese doveva cogliere un buon risultato per consolidare il lavoro fin lì fatto e crescere in autostima e ha perso in maniera peggiore di quanto non abbia suggerito il risultato finale, gettando ombre pesanti e forse immotivate sulla qualità complessiva del materiale a disposizione di Guidolin. La partita di ritorno è stata una diretta conseguenza della frenesia di dover vincere per forza, fa meno testo anche perché oggettivamente l'Udinese meritava almeno il pareggio per la mole di occasioni avute, pur senza gioco. Gironcino da Champions forse ma il modesto Young Boys ha raccolto comunque qualcosa come 10 punti, sicuri che questa Udinese sia una squadra da 4 punti in 6 partite?

Sul ranking europeo si spenderanno fiumi di parole per lo più denigratorie nei confronti dell'Udinese. Il declino del calcio italiano sarà tutta colpa "della politica dei Pozzo che vende prima dei preliminari" per parafrasare il pensiero comune. Certo, le colpe evidenti sono state evidenziate più volte soprattutto da noi stessi laddove altre società preferiscono nascondere le loro debolezze e focalizzarsi sui difetti delle altre. A giudicare però il sistema ranking dell'Uefa che considera i risultati degli ultimi 5 anni a venire meno non saranno state le prestazioni di quest'anno dell'Udinese ma la sua straordinaria cavalcata (almeno rispettivamente alle forze in gioco) della stagione 2008-2009 quando la squadra fu la migliore Italiana in assoluto nel cammino Europeo, meglio anche di Juventus, Roma, Milan e Inter. Loro che scuse hanno per quella stagione?

 


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