Un anno vissuto pericolosamente
Finisce il 2015 e mai fine è stato più ben voluta. Il 2015 verrà ricordato come un anno di transizione sì, ma anche come l’anno dei record negativi di punti e del tentativo di “svendere” il nome del santuario del calcio friulano post-terremoto. Tutto iniziò con una sconfitta in casa contro la Roma, tutto è finito con una vittoria fuori casa in quel di Torino, il medesimo risultato. Ma, guardando le cose dall’alto, possiamo vedere una netta differenza fra l’inizio e la fine del periodo, un trend di crescita del quale dobbiamo ringraziare innanzitutto la guida tecnica della squadra.
Con Stramaccioni la squadra bianconera ha ottenuto 19 punti in 22 partite (media punti 0.86, punteggio finale 33 punti, il Cagliari è retrocesso con 34). E’ sua quella che forse verrà ricordata come la partita più bella dell’anno: Udinese Juventus 0 a 0. La Vecchia Signora non era quella fin troppo cambiata di quest’anno, era un’autentica schiacciasassi che arrivò alla finale di Champions. Il giovane tecnico studiò bene i due a uomo su Pogba (niente a confronto con quello di quest’anno) e Tevez. Allan e Piris vissero un pomeriggio di gloria. Peccato non averla vinta quella partita, sarebbe rimasta nella storia. Per il resto Stramaccioni riuscì ad inanellare sconfitte su sconfitte con le squadra ultime in classifica, mostrandosi poco avezzo a motivare la squadra con una società che, ormai non è un segreto, appare quanto meno svogliata.
Grazie a Dio, quest’estate l’allenatore è cambiato ed è giunto Colantuono. Sicuramente più schivo e freddo rispetto al predecessore, ma molto più diretto ed esperto. Con il tecnico di Anzio, l’Udinese ha ottenuto 21 punti in 17 partite (media punti 1.23, punteggio finale 47 punti, da media classifica). Anche lui ha dovuto pagare gli errori di una società che raramente falliva, nel passato. Il campionato è iniziato con la formazione priva di un regista esperto e la difesa da puntellare. Il solo reparto d’attacco era stato rafforzato con l’arrivo di Zapata, ma tutti sapevamo che i problemi (come quasi sempre accade) stavano a centrocampo. Dopo ben quattro sconfitte consecutive, l’Udinese è corsa ai ripari e ha messo sotto contratto due giocatori senza nome ma con grandi qualità: Felipe e Lodi. Con Mister JeCol in panchina e il duo dell’Usato Sicuro in campo, la squadra bianconera ha ottenuto ben 18 punti nelle ultime 12 partite (media punti 1.50, punteggio finale 57 da zona Europa). E il tutto nonostante l’infortunio dell’ariete Zapata (3 gol in 6 partite, prima dell’infortunio).
Quindi, mentre pare che la squadra si sia ripresa, appare ancora lontana l’alba per ciò che riguarda le scelte societarie. Le doti di Colantuono sono state quelle di trovare finalmente una squadra titolare, di puntare su uno schema di gioco, anche quando in molti lo criticavano, e proseguire su quello. Ha avuto anche delle cadute di stile, tatticamente parlando, quando he cercato di avvantaggiare l’estetica sulla praticità. I tempi di giocatori dai piedi buoni come D’Agostino, Inler, Isla e Sanchez sono lontani. Ora i pezzi da 90 sono quasi tutti dietro. L’Udinese sta diventando una squadra equilibrata, che sa alternarsi nelle due fasi di gioco senza subire troppo l’avversario. Sicuramente il baricentro è stato alzato, le fasce concorrono di più al gioco.
E l’anno nuovo? Cosa c’è da aspettarsi? Probabilmente poche sorprese. Difficilmente si può ambire ad un posto europeo, troppi punti sono stati lasciati per strada (Empoli, Palermo, Milan, Genoa…), ma di sicuro si possono curare meglio quelle basi che serviranno per il secondo anno del Cola, quando dalla squadra e dalla società sarà lecito attendersi qualcosa di più.