Udinese, un copione già visto: con la Juve solo difesa, senza idee né coraggio
Un film già visto, con un finale ampiamente prevedibile. L’Udinese esce dallo Stadium sconfitta 2-0 dalla Juventus, al termine di una partita in cui la squadra di Runjaic ha recitato il solito copione fatto di difesa a oltranza e contropiede, ma senza mai riuscire a ribaltare l’inerzia o a creare veri grattacapi alla retroguardia bianconera.
Eppure, nei primi 45 minuti, i friulani reggono. Compatti, ordinati, attenti a chiudere gli spazi senza mai concedere profondità. Merito soprattutto di un Kabasele in serata, autore di ottime chiusure e letture difensive puntuali. Ma è troppo poco. Perché mentre la Juventus prende progressivamente campo, l’Udinese arretra senza mai dare la sensazione di poter ripartire davvero. Davis, isolato in avanti, non ha il passo né il supporto per rendersi pericoloso. Le transizioni offensive, poche e mal gestite, si infrangono puntualmente sul primo avversario.
Runjaic imposta una gara attendista, ma priva di qualsiasi idea offensiva. Il piano A è chiaro 3-6-1 con tutti i giocatori dietro la linea del pallone e, nel primo tempo, funziona in parte. Il problema è che il piano B non esiste. E quando la Juve accelera e trova il gol con Nico Gonzalez, l’Udinese non ha né la forza né la lucidità per reagire. I cambi? Impalpabili. Nessuno riesce a spostare gli equilibri, a cambiare ritmo o a dare nuova linfa a una squadra che sembra spegnersi minuto dopo minuto.
E resta l’ennesimo paradosso: la panchina a Sanchez, ancora una volta spettatore non pagante, appare sempre più incomprensibile. In una squadra in evidente difficoltà creativa, la sua esclusione grida vendetta. Il Nino entra solo alla fine, una manciata di minuti tanto per dire "Ecco, l'ho messo dentro. Conteti?" quando ormai le sorti del match sono già ben definite.
Quella di Torino è, insomma, una prestazione “normale”, che però non può più bastare. Non a questo punto della stagione, non in un finale che richiede coraggio, idee e alternative, visione per il futuro. L’Udinese continua a scegliere la via più prudente, attendista per non dire arrendista. Ma quando l’unica arma è la difesa, basta un’incertezza per far crollare tutto. E allora la sensazione è che serva molto di più. A partire da chi siede in panchina.