Udinese, tutto sospeso. Tutto come prima
Non serve commentare la gara del Bentegodi di ieri: l’Udinese al solito si smazza, bene o male gioca, crea situazioni pericolose ma in porta la mette mai. E quando ci si avvicina, sono legni colpiti e mai rete che si gonfia.
Dall’altra parte, basta un rimpallo e la prima rete di Favilli in massima serie per decidere la gara. Un commentatore sosteneva che la squadra di Juric giochi come quella di Gasperini. Mah, io ieri ho visto una formazione che ‘scappava’ indietro dalla linea della palla, senza pressare alto, senza aggredire gli spazi. Piuttosto un Trapattoni evoluto, questo direi.
Ma in casa d’altri non è mai simpatico ficcare il naso. A parte per parlare dei due ex-bianconeri che vestono il gialloblu scaligero.
Marco Davide Faraoni è da sempre un bravo ragazzo. A Udine ha sofferto degli infortuni che ne hanno minato la crescita, è stato accantonato in maniera poco elegante, da separato in casa; lui ha sofferto in silenzio, ha lavorato, a Crotone e soprattutto a Verona ha dimostrato che le attenzioni di club di spessore non sono male riposte, Faraoni non pare un fuoco di paglia. Spero per lui che riesca a tornare il giocatore capace di partire titolare all’Internazionale.
L’altro è un ceco di ventisei anni, che a Verona un paio d’anni fa riusciva a trovare la rete salvezza. Un giocatore che ha passato ai box una stagione intera, a spese dell’Udinese, che ne ha anche accontentato il desiderio di passare il periodo di cura e convalescenza a casa, in Repubblica Ceca. E rientrato ha reagito malissimo, quasi la società fosse stata colpevole di avergli pagato lo stipendio un anno intero senza averne nulla in cambio.
‘se segno, esulto’: chissene. Ha passato una gara intera a menare ed attaccare briga, pare che anche negli spogliatoi si sia, a suo modo, divertito; alcuni giornali lo definiscono il migliore del Verona di ieri. Io dico che essere alto, biondo ed elegante gli merita, evidentemente, qualche voto in più. Personalmente rimpiango Zico, Amoroso, Poggi, Pizarro, ovviamente Totò ma non certo questo qui.
Detto ciò, è ovvio a tutti che quel che l’Udinese fa in campo non basta; altresì ovvio che fino al 6 ottobre giudizi non se ne potranno dare. Vedremo: se un attaccante arriverà, se Rodrigo se ne andrà (il Leeds ha ripiegato sul francese Cuisance che costa un terzo dell’argentino), se veramente il mercato friulano sarà da sette e io (non da solo) dovrò prostrarmi, colpevole di infingarda diffidenza, mentre con un pennello vergherò peana su improvvisati teloni da affiggere in giro per la città. Vedremo.
Intanto Coulibaly in serie A ci può stare; Arslan dopo un inizio pessimo si è rimesso in ordine; Ouwejan è buono mentre il buon Forestieri è esattamente quello che mi ricordavo. Solo con dieci anni di più fra le scapole.
Intanto Okaka sportella ma non fa la punta e non tira mai; Lasagna invece tira, ma pare il fratello dimesso di quello che nel post-quarantena segnava da ogni posizione, riaprendo il dibattito su quale ne sia la versione veritiera; di Zeegelaar e ter Avest, fra qualche anno, mi ricorderò meno che di Gutierrez o Jean-Alain Fanchone. Becao si è fatto uccellare, mercoledì intanto rientra Bram e questo è buono.
Intanto rientra a casa il Tucu, Roberto Pereyra, che forse sarebbe potuto, dovuto tornare a casa qualche anno fa, quando venne a curarsi a Udine un brutto infortunio. Dato il livello di classe del centrocampo friulano, viene da pensare che forse ha ragione Marino a definirlo ‘top player’: quando il sole della cultura è basso, anche i nani diventano giganti. No: non voglio dire che Roberto sia scarso, tutt’altro. Speriamo rimanga Rodrigo, e con Walace, Coulibaly e Arslan fòrmino un reparto performante e, finalmente, di spessore.
Mercoledì: gioco in contropiede, e dico che la gara ha tutto da perdere per la Bianconera. Lo Spezia, in fondo, viene a giocarsi la sua onesta partita da squadra inferiore a tutte e con il carico di retrocessa sulle spalle. Se l’Udinese vince, eh beh? Dovesse invece perdere, come fece a suo tempo contro il Novara, eh beh…
Staremo a vedere; nel frattempo ripartono le trasmissioni televisive/radiofoniche/virtuali a commento delle gare; il ‘processo bianconero’ assieme all’amico direttore Stefano Pontoni è ancora solo un progetto; il BH club cambierà collocazione, diventando un ‘appello del martedì’ che rimanda al grande Maurizio Mosca; insomma, se volete ci trovate.
Fino al 5 ottobre tutto sospeso, tutto come prima. Una settimana per cambiare prospettiva e cancellare quella sensazione di ‘Weltschmerz’, di realtà inappagante rispetto ai desideri, che ci pervade da tanto.
Da troppo tempo.