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Udinese tutta da costruire: il materiale a disposizione è questo, Sottil ha il compito di farne una squadra

di Stefano Pontoni

Lo 0 a 0 contro il Frosinone è un risultato tutt'altro che entusiasmante. Secondo punticino raccolto in settimana dopo il pari esterno con la Salernitana all'Arechi dello scorso lunedì. Un altro piccolo passetto verso la salvezza (-38 all'obiettivo, il fatto di non aver preso gol è già qualcosa) ma siamo ancora lontani dal vedere un'Udinese veramente competitiva.

Ha ragione il pubblico friulano a rumoreggiare al triplice fischio? Che la squadra sia ancora un cantiere aperto è evidente a tutti. Il mercato ha rivoluzionato la rosa, soltanto nell'ultimo giorno sono arrivati altri quattro giocatori tutti da scoprire. Lecito aspettarsi di più, soprattutto in termini di determinazione e coraggio, ma serve tempo quando si ripartire praticamente da zero, per inserire i nuovi, per ritrovare quei meccansimi di gioco che sono sembrano essere andati persi. 

"Bisogna mettersi in testa che bisogna combattere fino all'ultima giornata. Questo è l'obiettivo, non c'è scritto da nessuna parte che l'Udinese debba vincere 3 o 4 a zero contro il Frosinone" ha detto Sottil in conferenza stampa. Il nervosismo del mister è palbabile. Sa che il suo compito si è fatto ancor più arduo rispetto alla scorsa stagione quando raccolse una squadra già con un'identità precisa e parecchie certezze costruite nel biennio precedente dai predecessori Gotti e Cioffi.

Quest'anno tocca a lui inventarsi qualcosa, fare di un gruppo di giocatori presi in giro per il mondo una squadra vera. Il primo a pagare, qualora i risultati non dovessero arrivare, sarà lui ed è forse questo il vero motivo del suo malumore. D'altronde è da ottobre del 2022 che anche da lui aspettiamo risposte, soluzioni ai problemi. Da gennaio ad oggi si è visto pochissimo (la vittoria con il Milan e poco altro). 

Sottil, tra le righe, ha mostrato tutta la sua insoddisfazione per la rosa allestita dalla società ma politica dell'Udinese, lo sappiamo tutti, è questa: prendere del materiale grezzo a basso costo, lavorarlo al meglio affinché possa tramutarsi nel giro di un paio di stagioni in qualcosa di prezioso così da poterlo rivendere alle grandi squadre a peso d'oro. Che questa sia l'Udinese peggiore degli ultimi dieci anni non sono affatto d'accordo. Preferisco scommettere sui giovani che prendere giocatori a fine carriera sullo stile dei Kone, dei Marquinho o dei Maxi Lopez. Non sono convinto che Lucca sia poi tanto peggio di Perica, che un Zarraga non valga un Iturra, che Thauvin faccia peggio di Matos.

A Udine più che altrove serve un maestro di calcio e non soltanto un allenatore. La bravura di maestri come Zaccheroni e Guidolin è stata proprio quella di saper costruire in casa i giocatori, di trasformare dei perfetti sconosciuti in campioni. Non è impresa facile, forse la base a quei tempi era più solida (manca oggi uno zoccolo duro dal qual partire), forse la materia prima a disposizione era di qualità migliore ma il concetto resta comunque lo stesso. 

Il mercato poteva essere gestito in maniera diversa? Lo ripeto ancora una volta. Quest'anno c'erano davvero pochi affari da poter fare. Immobilismo generale, ancor di più per chi non è disposto a fare follie e sta attento al portafoglio come i Pozzo. Di nomi buoni pochi, anzi pochissimi e a prezzi altissimi (l'inserimento prepotente del calcio arabo ha drogato i prezzi). 

Beto a 38 milioni era una cessione obbligatoria, Udogie era già stato venduto 12 mesi prima, Becao voleva a tutti i costi cambiare aria, Arslan e Nestorovski erano arrivati ormai al capolinea e Pereyra ha fatto (e sta facendo ancora di tutto) per trovare una squadra che disputa le coppe. È rimasto Samardzic, che non è cosa da poco, sono arrivati Lucca, Kamara e Kabasele che poi tanto male in queste prime tre giornate non hanno fatto. Il rammarico è aver perso subito Brenner, uno sul quale i Pozzo hanno scommesso forte. C'è Davis, che non sarà un bomber ma che comunque ha una fisicità importante per la Serie A. Degli altri qualcosa di buono sicuramente verrà fuori: sono giovani, alla prima esperienza in A, delle qualità le hanno. 

Ora arriva la sosta, 15 giorni per lavorare, per migliorare, per crescere. La squadra fino al prossimo gennaio almeno è questa (può tornare il Tucu e sarebbe ancora utilissimo). Ai giocatori si chiede di più ma lo si chiede anche a Sottil. C'è da lottare? Lottiamo insieme. Siamo soltanto alla terza giornata di un campionato lunghissimo, non possiamo già tirare i remi in barca, vedere tutto nero. Se non ci crediamo un minimo in questa Udinese possiamo stare a casa tutti.


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