Udinese, senza intensità e aggressività l’illusione di essere invincibili svanisce in un attimo
Che serataccia per la nostra Udinese...
La squadra di mister Runjaic, fino a ieri sorprendente e capolista della Serie A, subisce una brusca battuta d'arresto all'Olimpico contro una Roma tutt'altro che disorientata dal clima di contestazione generale, anzi affamata e cinica. Juric (per noi una bestia nera come si conferma essere anche Dybala) alla sua prima gara sulla panchina giallorossa trova tre punti preziosi, che scacciano almeno per qualche ora le nubi di tempesta. Il tifo resta tutto con De Rossi ma prestazioni come questa potrebbero presto portare una ventata di serenità anche in un ambiente così complicato come quello della Lupa.
Dal canto nostro resta quel pizzico di amarezza per non aver provato ad approfittare dei tanti problemi capitolini. I bianconeri entrano in campo molli, senza quel mordente necessario per portare via punti da un campo sempre ostico ai nostri colori. Così per la Roma (che di qualità ne ha al di là della gestione a tratti cervellotica della società) diventa tutto più facile. Il gol di Dovbyk mette subito in discesa la partita, con l'Udinese che non dà mai la sensazione di poter davvero rientrare in corsa. Il rigore della Joya ti taglia le gambe, il 3 a 0 finale firmato da Baldanzi è meritato.
Nessun dramma, figuriamoci. Dieci punti dopo cinque giornate sono davvero un bottino strepitoso. L'Udinese sta facendo bene e mercoledì già la Coppa Italia ti dà l'opportunità di voltare subito pagina. Non dobbiamo vincere lo scudetto, una sconfitta così dopo una settimana di sbornia può essere perfino salutare, perché ci riporta tutti (noi compresi) alla realtà delle cose. È evidente che ci sia ancora molto lavoro da fare, anche dal punto di vista della mentalità.
Se c'è una cosa che finora aveva caratterizzato l'Udinese in questo inizio, infatti, era il suo approccio feroce alle partite. La squadra di Runjaic si era fatta notare per il ritmo incessante e l'aggressività. L’esempio più lampante era stata la remuntada di Parma dello scorso lunedì. Al "Tardini" i bianconeri, nonostante il doppio svantaggio, avevano dettato legge su ogni pallone, travolgendo nella ripresa gli avversari con una pressione alta e costante, a tratti asfissiante. All'Olimpico, al contrario, l'Udinese è sembrata l'ombra di sé stessa. Scarica, incapace di imporre il proprio ritmo e di replicare quell'aggressività che l'aveva contraddistinta in queste prime giornate. L’analisi della partita non può che far emergere allora un dato fondamentale: l'Udinese non può permettersi di rallentare il proprio ritmo. Senza aggressività e intensità, le fragilità della squadra emergono in maniera evidente.
C'ha messo del suo anche Runjaic. Non ha affatto pagato la scelta di schierare Ekkelenkamp dal primo minuto in mediana. Il centrocampo è stato travolto dalla superiorità fisica e tecnica dei giallorossi. L'olandese si è capito una volta per tutte essere più un trequartista che un mediano. Lì nel mezzo non si può prescindere dalla corsa e dai muscoli di Payero e/o Lovric, altrimenti anche il buon Karlstrom fatica a trovare le giuste misure e a fare filtro.
Ciò che mi preoccupa però di più è la difesa, crollata sotto le accelerazioni improvvise degli attaccanti romanisti. 5 gol subiti nelle ultime due partite sono troppi soprattutto se si vuole ambire ad un certo tipo di campionato. Ci vuole maggiore attenzione e precisione. Con la Roma dietro hanno faticato tutti, nessuno escluso. Settimana assolutamente da dimenticare particolarmente per Bijol: il centrale sloveno tra Parma e Roma ha accumulato una brutta serie di errori non da lui. Che è successo a Jaka? Speriamo sia solo un momentaneo appannamento e che già dal prossimo sabato, quando al Friuli arriverà l'Inter, lo rivedremo sui suoi livelli. Poco meglio hanno fatto Kabasele e Kristensen, in perenne affanno contro i brevilinei della Roma. Intrigante la fisicità di Touré, il francese in prospettiva può ritagliarsi uno spazio importante.
Questa sconfitta, per quanto pesante, va comunque subito archiviata. Fa parte del percorso di crescita che l'Udinese ha intrapreso. Nulla è assolutamente perduto, anzi. Se è vero che le difficoltà possono far perdere terreno in classifica, è altrettanto vero che la stagione è appena all'inizio e c'è sempre spazio per i sogni. Mister Runjaic ha ora l’opportunità di lavorare sugli errori per riportare immediatamente l'Udinese alla versione sorprendente che le è valsa il primato. La lezione dell’Olimpico va però appresa: senza intensità e aggressività, l’illusione di essere invincibili svanisce in un attimo.